Due magnolie dal nome gambarognese
È all’insegna di una maestosa fioritura la riapertura stagionale, avvenuta ieri, del Parco Botanico del Gambarogno, che ospita il maggiore assortimento mondiale di magnolie, con circa 450 specie, alte fino a otto metri. E ci sono pure due nuove varietà, nate da un incrocio effettuato in Nuova Zelanda e riconosciute fino a poco tempo fa unicamente con un codice numerico. Ora sono state “battezzate” con nomi riferiti a località della sponda sinistra del Lago Maggiore: la magnolia “Cedullo”, di colore rosa intenso e luminoso, e la magnolia “Vairano”, di un delicato rosa pallido. Nel vasto giardino, fondato dal compianto Otto Eisenhut, su una superficie complessiva di oltre ventimila metri quadrati, convivono oltre mille qualità diverse di camelie e quasi altrettante di magnolie. Senza contare le azalee, le peonie, i rododendri, le glicini. Il parco è situato su un pendio a bacìo e nei giorni più corti dell’anno il sole lambisce appena quest’angolo di Ticino. La temperatura minima, tuttavia, scende raramente sotto i meno 4 gradi. Un clima ideale per molte specie. Nelle prossime settimane alle magnolie seguiranno le camelie – attualmente un po’ in ritardo rispetto alla sponda destra del Verbano – e quasi contemporaneamente fioriranno le azalee, i rododendri (400 specie e varietà) e le glicini. Una fioritura che si protrarrà fino all’inizio dell’estate. La visita, per chi non vuole soffermarsi da specialista, dura un’ora abbondante. Comodi viali attraversano le zone principali del parco e numerose scalinate collegano i vari terrazzi. Nei primi anni della sua attività il fondatore Otto Eisenhut ha coltivato soprattutto pini argentati e nordamericani e solo dopo l’incontro con sir Peter Smithers e il dottor Van Veen, insigni specialisti di camelie e magnolie, il parco si è arricchito di specie uniche, assumendo grande importanza botanica. Il parco è aperto tutti i giorni dalle ore 9 alle 18 ed è raggiungibile con i mezzi pubblici di trasporto (fermata bus all’altezza del ristorante Gambarogno a Piazzogna e poi due minuti a piedi oltre il ponte).