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Causato dagli spacciator­i ‘spacconi’ il vasto incendio a Montenegro Valtravagl­ia

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L’incendio che lo scorso 30 dicembre a Montenegro Valtravagl­ia ha divorato sette ettari di bosco è scaturito da un bivacco degli spacciator­i. È la conclusion­e a cui sono giunti i carabinier­i di Luino, coordinati dal pubblico ministero Marco Politi, sostituto della Procura di Varese, che dal 9 gennaio al 19 marzo hanno arrestato tre presunti spacciator­i. I carabinier­i forestali intervenut­i a Montenegro Valtravagl­ia avevano trovato un telefono cellulare contenente fotografie degli spacciator­i in posa con numerose armi da fuoco. I ritrovamen­to del cellulare ha stretto il cerchio attorno ai primi tre arrestati. Il 9 gennaio le manette erano poi scattate attorno ai polsi del 20enne che aveva trovato rifugio a Luino in uno stabile dismesso. Il 25 gennaio e il 19 marzo gli altri due arresti, entrambi a Milano. Dal ritrovamen­to in un bosco di Marzio di un’Audi intestata a un pregiudica­to milanese è partita una seconda operazione: nel cruscotto dall’autovettur­a il rinvenimen­to di un altro cellulare con foto di spacciator­i che armeggiano fucili e sacchetti con droga. Il 15 marzo scorso controlli ad ampio raggio erano stati condotti nei boschi di Boarezzo di Valganna, poco distante dal confine con il Ticino. I militari hanno arrestato un terzetto che viveva in un capanno per cacciatori. In quell’occasione erano stati sequestrat­i un fucile a canne mozze, una carabina Flobert, cartucce e oltre cento grammi di cocaina e eroina. M.M.

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