Un’isola e non solo per il 2040
“Anche se il futuro sembra lontano, in realtà comincia proprio adesso“. Non sappiamo se gli autori di “Lugano 2040 +” conoscessero questa massima di Mattie Stepanek, però la hanno messa in pratica immaginando oggi quello che potrebbe, o dovrebbe essere la città fra 20 anni e oltre. Una visione a cavallo tra aspetti avveniristici e le ‘buone pratiche’ già applicate in alcune metropoli, quella dei consiglieri comunali Tiziano Galeazzi (Udc), Giovanni Albertini (Ppd) e del promoter di eventi Max Bartolini. Obiettivo, resuscitare una città «che alle 7 di sera è morta», «che ha paura di osare», perché «i municipali dovrebbero viaggiare di più e vedere cosa fanno altrove». Molto in sintesi, ‘Lugano 2040 +’ crede nella pedonalizzazione del centro da via Balestra a sud, abbinata però a sistemi di locomozione ipermoderni e ‘intelligenti’. Molto del piano si gioca attorno agli specchi d’acqua: il Ceresio soprattutto, col suo ‘water front’ (questo diventerebbe il vecchio ‘quai’). «Sfruttiamo troppo poco il lago». Ecco allora delle passerelle galleggianti, con pontili, attracchi, locali pubblici. La chicca è però l’isola galleggiante e autosufficiente, grosso modo di fronte al Lac. «D’accordo, è una provocazione, e poi sì, ci sono le leggi sul demanio pubblico, che però da qui a 20 anni potrebbero anche cambiare». Pure le sponde del Cassarate sarebbero costellate da locali stile Navigli di Milano, cosa che fa un po’ ‘Lugano da bere’. Nel 2040 la sorte del Palacongressi dovrebbe essere segnata: lì i tre ideatori vedono un grande mercato semi-coperto. Sono immaginate nuove destinazioni per diversi stabili pubblici, un ‘palazzo dei divertimenti’ in zona Stampa e un tram circolare. Chi vivrà vedrà: i tre intendono inserire questo progetto in bussolotto, stile messaggio in bottiglia, da aprire il 21 marzo 2040.