Xhaka lo stakanovista
Con Arsenal e Nazionale 151 partite dal 2016. E adesso è carico per partire con il piede giusto sulla strada di Euro 2020.
La ciliegina sulla torta maturerà soltanto nel mese di giugno con il “final four” di Nations Cup, ma la Svizzera intende arrivarci sulle ali di un doppio successo nei primi impegni delle qualificazioni a Euro 2020, di fatto il vero obiettivo per il calcio elvetico. Questo pomeriggio a Tbilisi, Granit Xhaka e compagni sosterranno il primo test contro una Georgia sulla carta chiaramente inferiore alla Svizzera, ma che venderà senz’altro cara la pelle... «Non sento alcuna pressione – afferma il numero 10 –. Per me le aspettative della gente non sono che ulteriore fonte di motivazione». Xhaka è uno che non si tira mai indietro e che all’Arsenal, con l’arrivo di Unai Emery, è diventato una pedina imprescindibile... «Non dico mai di no. Certo, forse per me sarebbe bene, di tanto in tanto, sedermi in panchina, ma è altresì vero che non intendo perdere il ritmo». Dall’estate 2016 il centrocampista è sceso in campo 151 volte per i Gunners e per la Nazionale... «Si tratta di organizzare tutto nel migliore dei modi. La mia giornata di lavoro inizia alle 7 del mattino e riesco a ritagliarmi sufficienti spazi per il recupero». Da quasi un anno lavora al fianco di un personal trainer... «Ovviamente non mi insegna a giocare a calcio, ma riesco a trarre beneficio dalla collaborazione in campo fisico, nell’alimentazione e a livello mentale. Così riesco ad essere sempre pronto per il prossimo impegno». In Premier l’Arsenal sta lottando per un posto in zona Champions, mentre in Europa League affronterà il Napoli negli ottavi di finale, in una corsa destinata, nell’idea dei Gunners, a concludersi soltanto in finale. Dopo le critiche piovutegli addosso nei primi due anni a Londra, sembra che adesso le qualità di Xhaka vengano unanimemente riconosciute... «Anche in Germania le mie prestazioni avevano fatto l’unanimità soltanto a partire dal terzo anno. Con l’arrivo di Emery, ho goduto fin dal primo minuto di fiducia incondizionata». Ed è diventato un elemento imprescindibile anche in Nazionale, dove dirige il gioco sul campo ed è un portavoce ascoltato nello spogliatoio. Un ruolo di leader che dovrà condividere con Stephan Lichtsteiner, di ritorno in Nazionale per la prima volta dopo i Mondiali... «Mi è sempre stato chiaro: quando lui è qui la fascia di capitano gli spetta di diritto». Xhaka è pronto alla nuova avventura europea... «Abbiamo perso l’ottavo di finale contro la Svezia ai Mondiali, ma vedo ancora sensibili margini di miglioramento per questo gruppo. Il 5-2 contro il Belgio ha rappresentato una svolta. Dopo la sconfitta in Portogallo, nell’ultima partita delle qualificazioni, era tornato di moda il ritornello secondo il quale non eravamo in grado di vincere partite importanti contro avversari importanti. Contro il Belgio abbiamo dimostrato il contrario. Ma attenzione: i successi dell’autunno non varrebbero nulla se partissimo con il piede sbagliato in Georgia...».