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‘Non smettere mai di cercare un luogo in cui poter essere sereno’

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Da bambini, tutti hanno dei sogni, dei desideri. Desideri che poi si scontrano con la brutale realtà dei fatti. Ritrovarli, mantenerli vivi, una volta adulti, è difficile. «Ma abbiamo il dovere di provarci, di cercare di sentire quelle sensazioni, le stesse di quando correvamo felici per strada, passavamo le giornate a giocare con gli amici e ci sembrava di avere tutto il mondo con noi. Io queste emozioni le cerco e le trovo in montagna, ma credo che sia ciò che ognuno, nel suo piccolo e nel suo ambito, dovrebbe tentare di fare». Barmasse, nonostante le scalate in solitudine, non si considera una persona che cerca l’isolamento. «Non scappo dalla gente, anzi. Immergermi nel silenzio e nella tranquilli­tà mi dà l’opportunit­à di conoscere meglio me stesso, di riflettere a 360 gradi su di me, su quello che faccio, sulle decisioni che ho preso, su quelle che devo prendere, nonché sulle mie opinioni. Lo trovo molto utile». Svolgere un’attività in cui ti assumi dei rischi così grossi, e devi prendere decisioni da cui non dipendono soldi o lavoro bensì la tua stessa vita, aiuta anche a gestire meglio le relazioni con gli altri. «Credo che ognuno di noi cerchi, nel corso della sua vita di trovare un posto in cui poter stare bene ed essere sereno. Per me, come detto, quel posto è sulle vette innevate. È lì che sono in pace con me stesso. Almeno per ora. Domani, forse, mi stancherò di questa vita e deciderò di dedicarmi ad altro, di affrontare nuove sfide. Il messaggio che mi sento di mandare è questo: abbiate il coraggio di osare, di inseguire i vostri sogni. Non abbiate paura di essere felici». Per quanto riguarda il futuro, Hervé ha ancora dei progetti che vorrebbe realizzare: il ritorno in Patagonia, per esempio, dove ha già lavorato in passato aiutando un amico a realizzare una scuola di alpinismo per donne. «È chiaro che ci vuole tempo. Io sono la mia azienda, devo pianificar­e ogni cosa con calma, senza fretta. E poi, sta per nascere la mia secondogen­ita».

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