Status symbol e paura del povero
L’aporofobia (fobia che genera ripugnanza davanti al povero o all’indifeso) è una paura ben presente alle nostre latitudini. Spesso collegata alla xenofobia, essa porta ad accettare membri di altre culture solo se in buona situazione economica. Paradossalmente, tale fobia non si verifica solo nel ricco, bensì anche nel povero verso il povero. L’origine di questa paura può ritrovarsi nelle abitudini promosse dal Capitalismo, forma di economia che, ai suoi albori, giurò benessere collettivo. Una volta accumulato, il capitale sarebbe stato tanto ingente da poterlo ripartire tra gli attori economici. Oggi sappiamo che il Capitalismo non è stato all’altezza delle sue promesse; l’aumento del capitale si è verificato concentrandosi nelle mani di pochi. Eppure, il miraggio della sovrabbondanza è rimasto impresso nella mente di chi, alle promesse capitaliste, ancora crede. L’illusione della prosperità generalizzata conduce all’accumulo di status symbol, segni visibili di una condizione privilegiata. Il nostro sistema economico, il quale si rigenera grazie al consumismo, sostiene la domanda di status symbol attraverso una continua produzione. Arrivano sul mercato prodotti di rapida produzione e rapido logoramento, prodotti sulla cresta della moda per così poco tempo da doverli presto rimpiazzare, simboli di ricchezza che rispondono al desiderio di apparire abbienti anche quando nullatenenti. “Prendete, ce n’è per tutti!” è l’imperativo capitalista che rende sospetto chi non ha, disprezzabile chi non possiede, fonte di paura chi non detiene. Per allontanare manifestazioni di miseria che mettono a repentaglio la chimera della ricchezza, i porti si chiudono e qualcuno grida “Padroni a casa nostra!” dimentichi del fatto che la Terra, contrariamente alla ricchezza, invero è di tutti.
Antonia Boschetti, Chiasso Le lettere dei lettori sono da inviare compilando il formulario al seguente indirizzo: www.laregione.ch/lettere/invia. Devono essere personali e inoltrate con nome, cognome, domicilio e recapito telefonico reperibile per il necessario controllo. In mancanza dei dati la lettera sarà bloccata. Ogni lettera viene pubblicata con la firma dell’autore, salvo gravi controindicazioni accettate dal giornale. Scritti anonimi sono cestinati. Interlocutore è il giornale. Sono da evitare riferimenti a persone terze. Non verranno pubblicate lettere che coinvolgono privati cittadini. Sono escluse le “lettere aperte” se non in casi eccezionali. Scritti manifestamente infondati, non redatti in termini urbani, ingiuriosi od offensivi non saranno pubblicati. Comunicati, prese di posizione ufficiali sono di regola trattati in cronaca. La redazione si riserva di accorciare i testi. Gli scritti pubblicati non impegnano il giornale. Viene data assoluta priorità alle lettere indirizzate esclusivamente al nostro giornale.