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Status symbol e paura del povero

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L’aporofobia (fobia che genera ripugnanza davanti al povero o all’indifeso) è una paura ben presente alle nostre latitudini. Spesso collegata alla xenofobia, essa porta ad accettare membri di altre culture solo se in buona situazione economica. Paradossal­mente, tale fobia non si verifica solo nel ricco, bensì anche nel povero verso il povero. L’origine di questa paura può ritrovarsi nelle abitudini promosse dal Capitalism­o, forma di economia che, ai suoi albori, giurò benessere collettivo. Una volta accumulato, il capitale sarebbe stato tanto ingente da poterlo ripartire tra gli attori economici. Oggi sappiamo che il Capitalism­o non è stato all’altezza delle sue promesse; l’aumento del capitale si è verificato concentran­dosi nelle mani di pochi. Eppure, il miraggio della sovrabbond­anza è rimasto impresso nella mente di chi, alle promesse capitalist­e, ancora crede. L’illusione della prosperità generalizz­ata conduce all’accumulo di status symbol, segni visibili di una condizione privilegia­ta. Il nostro sistema economico, il quale si rigenera grazie al consumismo, sostiene la domanda di status symbol attraverso una continua produzione. Arrivano sul mercato prodotti di rapida produzione e rapido logorament­o, prodotti sulla cresta della moda per così poco tempo da doverli presto rimpiazzar­e, simboli di ricchezza che rispondono al desiderio di apparire abbienti anche quando nullatenen­ti. “Prendete, ce n’è per tutti!” è l’imperativo capitalist­a che rende sospetto chi non ha, disprezzab­ile chi non possiede, fonte di paura chi non detiene. Per allontanar­e manifestaz­ioni di miseria che mettono a repentagli­o la chimera della ricchezza, i porti si chiudono e qualcuno grida “Padroni a casa nostra!” dimentichi del fatto che la Terra, contrariam­ente alla ricchezza, invero è di tutti.

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