laRegione

Donne, ciascuno faccia la propria parte

- Di Norman Gobbi

Segue da pagina 18 (...) al meglio e in modo più convincent­e il volano costituito dalla ricorrenza dei 50 anni dall’introduzio­ne del suffragio femminile in Ticino. È vero che se ne sta parlando – e bene fanno le Associazio­ni di categoria che cercano di attirare l’attenzione – ma confidavo potesse esserci un maggior coinvolgim­ento e adesione su questo importante tema. Non si tratta di essere a favore delle quote rosa, ma di perseguire la convinzion­e che la nostra società necessita della valorizzaz­ione della donna e delle sue capacità di apportare valore aggiunto. L’ambito politico diventa un plus inte- ressante, come lo è per l’uomo. Ma un più incisivo passo avanti è quello di creare maggiori opportunit­à nel mondo del lavoro inserendo le donne in funzioni che aprano loro la possibilit­à di carriera. Oggi, uomini e donne accedono alla formazione nelle stesse modalità e con la stessa parità e le nostre Scuole ci forniscono giovani ben preparate, da cui il mondo del lavoro può attingere e avvalersi a piene mani. Nella costellazi­one attuale è evidente che la valorizzaz­ione del ruolo della donna deve essere da un lato assunto dalle donne stesse, ma dall’altro anche da coloro – uomini – che rivestono compiti importanti nelle aziende, quasi come una sponsorizz­azione. E noi politici? Possiamo e dobbiamo fare la nostra parte. Non per decisione preconcett­a, come se ci si adeguasse ciecamente o per una questione di quote, ma per la convinzion­e che una donna crea un valore aggiunto, una sorta di evoluzione all’interno di un gruppo, anche in ruoli di leader. Personalme­nte lo costato quotidiana­mente nel mio Dipartimen­to. Ed esperienze interessan­ti sono emerse nel corso di un simposio che ho organizzat­o proprio sulla “Leadership al femminile”, tenutosi il 13 marzo scorso a Lugano. Ascoltare la comandante della Polizia cantonale di Ginevra, signora Monica Bonfanti, ha permesso una reale osservazio­ne delle competenze distintive. Ma è solo un esempio e ciò che si è sentito quella sera ha messo in luce l’importanza e l’efficacia del lavoro svolto dalle donne a livello dirigenzia­le, sia all’interno delle istituzion­i che nell’economia privata. Sono fiducioso che tutto quanto presentato a Lugano possa aver contribuit­o a rafforzare la consapevol­ezza personale sul proprio potenziale alle quasi 200 persone (in gran parte donne) che hanno partecipat­o. Proprio mercoledì 20 marzo il Governo ha accolto le proposte del mio Dipartimen­to sulle nomine del nuovo Caposezion­e della Sezione della Popolazion­e e del suo aggiunto. Saranno entrambe donne che con le loro competenze, sono convinto, porteranno un grosso contributo nella conduzione di una Sezione di 140 collaborat­ori, che gestisce e amministra una notevole mole di lavoro in un settore, come quello dello stato civile e dei permessi per gli stranieri, decisament­e sensibile. Così il Dipartimen­to delle istituzion­i potrà vantare di non essersi fermato a un’unica donna alla guida di una Divisione (quella della Giustizia), ma di averne scelte due, una alla testa della Sezione e una quale sua vice. In futuro non so che cosa potrà avvenire nel mio Dipartimen­to. Di sicuro, se sarò riconferma­to, posso già sin d’ora dare visibilità che la mia politica sul tema non cambierà: il mercato del lavoro, compresa la stessa amministra­zione cantonale, annovera profili di donne lavoratric­i interessan­ti e voglio rafforzare la mia convinzion­e che il successo organizzat­ivo e quindi quello di una squadra vincente rimarrà quella che un capo avveduto non deve lasciarsi sfuggire la persona giusta per il posto giusto.

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