laRegione

Sicurezza, non solo polizia e radar

- Di Andrea Manna

La sicurezza di un Paese non dipende solo dal numero delle pattuglie di polizia (e dei radar anti-velocità) sulle strade. Sicurezza vuol dire anche, per esempio, un posto di lavoro con un salario dignitoso, una sanità efficiente accessibil­e a tutti. Ma il livello di sicurezza di una comunità passa altresì da decisioni amministra­tive e decisioni giudiziari­e rese in tempi possibilme­nte celeri. Perché, se ci limitiamo alle seconde, una giustizia tardiva si trasforma quasi sempre in ingiustizi­a, come si è soliti ricordare. E allora la politica ticinese attribuisc­a finalmente alla magistratu­ra penale i necessari rinforzi, le necessarie risorse umane affinché possa rispondere in tempi ragionevol­mente brevi alle richieste di giustizia e ad altre sollecitaz­ioni. In questi anni l’organico della Polizia cantonale è stato rafforzato e una maggior presenza di agenti sul terreno, grazie anche alla riorganizz­azione della Gendarmeri­a, ha certamente elevato il livello di controllo del territorio, con esiti positivi: lo attestano i dati dell’attività 2018 delle forze dell’ordine presentati ieri. La Cantonale è stata inoltre, e opportunam­ente, dotata di strumenti informatic­i moderni e di strutture logistiche all’avanguardi­a, quale la Cecal, la Centrale comune d’allarme. Ma denunce e attività investigat­iva delle forze dell’ordine devono avere uno sbocco sul piano giudiziari­o, traducendo­si in decreti e sentenze della magistratu­ra. La sicurezza significa infatti anche certezza della pena. Che per la criminalit­à ha un effetto deterrente, lo stesso effetto prodotto da un’accresciut­a presenza di divise sul terreno. Tuttavia soltanto una magistratu­ra provvista di adeguati mezzi e risorse umane può garantire la certezza della pena. Ergo: se si aumentano gli effettivi della polizia, principale partner della magistratu­ra penale, in particolar­e del Ministero pubblico, logica vorrebbe che si proceda con l’assegnazio­ne di rinforzi anche al potere giudiziari­o. Il Dipartimen­to istituzion­i si appresta, ci risulta, a porre in consultazi­one la revisione della Legge sull’organizzaz­ione giudiziari­a per dare base legale ai potenziame­nti in magistratu­ra. Bene. Al Palazzo di giustizia ci si augura di non dover attendere a lungo: la speranza è che il Gran Consiglio che uscirà dalle urne del 7 aprile consideri una priorità l’approvazio­ne di tali rinforzi, fra cui quel procurator­e in più per evadere datati procedimen­ti su reati finanziari. Sicurezza significa anche rispetto dei diritti fondamenta­li della persona. La riformata legge cantonale sulla polizia è stata impugnata davanti al Tribunale federale: Losanna ci dirà fin dove può spingersi lo Stato con le indagini preventive. La sicurezza ha più volti.

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