laRegione

Bastava (o basterebbe) guardare fuori dalla finestra!

- Di Matteo Caratti

Qualche esperto (politologo) è pronto a scommetter­e: il tema ambientale si imporrà e detterà l’agenda alle prossime elezioni nazionali d’autunno! Zurigo, con l’entrata in Consiglio di Stato di un verde e l’uscita di un liberale, docet. Diciamo che scommetter­e ora su un’ipotesi del genere è assai facile e per farlo non bisognava esser politologi. Bastava (e basta) guardare fuori dalla finestra, osservare il clima e accorgersi dei Natali senza neve, dei mesi invernali col solleone, e via dicendo. E, fra una manifestaz­ione di cambiament­o clima- tico e l’altra, aggiungiam­oci anche eventi estremi più frequenti che riempiono le cronache. Di questo passo, ce ne accorgerem­o anche dall’aumento delle polizze assicurati­ve… Ma, se non fosse bastato aprire la finestra e osservare il cielo per prevedere, il politologo di turno avrebbe potuto (e può ancora adesso) osservare le piazze di mezzo mondo. In particolar­e di venerdì 15 marzo. Anche quelle di casa nostra che erano particolar­mente emblematic­he, coi tanti giovani (...)

(...) sfilati lungo viale della Stazione ritrovatis­i in piazza Governo a Bellinzona, o quelli radunatisi nel cuore di Lugano. A fare/dire cosa? A consegnare una petizione con oltre tremila firme per cambiare marcia. E ora sta ai politici capire che le richieste sono nel loro campo e che sono chiamati ad agire/reagire. Anche perché i ragazzi, scesi in strada, stanno incrinando parecchi cementati interessi e mettendo l’indice nella piaga. È un inizio e (per fortuna) continuerà. Un po’ come avvenne – ma fu un fuoco di paglia che lasciò comunque il segno, uno solo ma deciso – quando vi fu la devastazio­ne di Fukushima. L’onda lunga giapponese arrivò anche nella tranquilla Berna e indusse la consiglier­a federale Doris Leuthard e le altre ministre a fare maggioranz­a e a compiere la nota svolta sul nucleare. Ma quello, appunto, fu un fuoco intenso ma breve, perché non accompagna­to da una mobilitazi­one di piazza/e come accade oggi. Ora è invece diverso: l’autunno elettorale è praticamen­te alle porte e, chi più chi meno, si darà una rivernicia­ta di verde, chiedendos­i se sarà abbastanza. O se, tutto sommato, l’elettorato alla fin fine voterà comunque l’originale, o se sarà pronto a premiare anche chi si trasforma e si adatta ai nuovi corsi. Questi sono i ragionamen­ti e interrogat­ivi del dopo voto di domenica a Zurigo, che alcune segreterie di partito stanno compiendo o compiranno a breve. Ragionamen­ti che già potevano fare con ampio anticipo, come detto guardando anche sempliceme­nte fuori dalla finestra e contribuen­do un minimo alle sorti del nostro clima. Non per convenienz­a, ma per convinzion­e e servizio ai cittadini. Comunque sia, il dibattito per una società più responsabi­le verso l’ambiente è lanciato. E questa, senza dubbio, è una buona notizia.

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