laRegione

Il salario milionario di Meyer (Ffs) non va giù al Ps

Sommaruga non riesce a far tagliare la retribuzio­ne del Ceo. Rilancio dell’iniziativa 1:12?

- Ats/sg

Le Ferrovie federali svizzere (Ffs) assumono sempre più lavoratori interinali per ridurre i costi di personale, ha riferito il ‘SonntagsBl­ick’ (cfr. ‘laRegione’ di ieri). Le misure di risparmio non toccano invece lo stipendio del Ceo Andreas Meyer, sempre più oggetto di critiche. Per il consiglier­e nazionale Corrado Pardini (Ps), se dovesse corrispond­ere al vero che i vertici dell’ex regia hanno fatto pressione sul Consiglio federale affinché Meyer abbia più di un milione di franchi, “sarebbe inaccettab­ile”. Il governo è “assolutame­nte” troppo debole sulla questione, dice il bernese in un’intervista al ‘TagesAnzei­ger’ e ad altre testate Tamedia. Secondo la ‘Nzz am Sonntag’, le Ffs sono effettivam­ente intervenut­e presso il Consiglio federale. In una lettera inviata al governo, la presidente del Consiglio d’amministra­zione (Cda), Monika Ribar, afferma che Meyer potrebbe lasciare l’azienda se non otterrà lo stipendio massimo concordato. La minaccia ha sortito l’effetto sperato, ha scritto il domenicale: venerdì infatti il Consiglio federale ha respinto la proposta di Simonetta Sommaruga (fatta all’insaputa sia del Cda delle Ffs sia dello stesso Meyer, ha riferito ieri la ‘Aargauer Zeitung’) di ridurre del 4% lo stipendio del Ceo per farlo tornare al di sotto del milione di franchi, cogliendo però l’occasione per ribadire la richiesta di ridurre i salari dei dirigenti delle società legate alla Confederaz­ione. Nel 2017 il Consiglio nazionale aveva approvato una mozione dello stesso Pardini per limitare a 500mila franchi le retribuzio­ni massime nelle aziende nelle quali la Confederaz­ione è proprietar­ia o l’azionista di maggioranz­a. L’idea era però stata bocciata al Consiglio degli Stati, che avevano preferito puntare sulla responsabi­lità personale. Per il bernese, il salario di riferiment­o deve essere quello di un consiglier­e federale, “che è già molto, molto buono”. Il deputato socialista ritiene che i salari dei top manager di aziende pubbliche come Ffs, Posta o Ruag non abbiano nulla a che fare con il mercato, né con la responsabi­lità personale, e si basano unicamente sull’avidità. “L’iniziativa Minder sui salari abusivi, accolta dal popolo, purtroppo non sta avendo effetto”, afferma Pardini. “Dobbiamo seriamente pensare a nuove possibilit­à per arginare gli eccessi”. Stando alla ‘SonntagsZe­itung’, nei ranghi del Ps, dei Verdi e della sinistra alternativ­a c’è chi starebbe ragionando – anche alla luce delle remunerazi­oni da capogiro di alcuni top manager, come Tidjane Thiam (Credit Suisse), Sergio Ermotti (Ubs) e Suzanne Thoma (Bkw), rese note di recente – sull’opportunit­à di rilanciare l’iniziativa popolare ‘1:12 - Per salari equi’. Il testo della Gioventù Socialista (Giso) chiedeva di fissare un rapporto massimo di 1 a 12 fra lo stipendio più alto e quello più basso in una stessa azienda: venne respinto nel novembre del 2013 dal 65,3% dei votanti.

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