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Quando il luppolo è di casa

In Ticino la birra artigianal­e sta conquistan­do una sua importante nicchia

- di Cristina Ferrari

Fra gli ostacoli alla sua diffusione i ristorator­i che sembrano non essersi ancora accorti del tutto delle potenziali­tà di questo prodotto

«Oggi in Ticino si può affermare che la birra artigianal­e si stia conquistan­do la sua nicchia di mercato». A confermarc­i il trend i promotori della prima edizione di ‘Birra in Capriasca’. «Nel nostro cantone – ci rendono attenti alla diffusione sempre più spinta di questo amato prodotto – ogni adulto ha a disposizio­ne nel raggio di una decina di chilometri almeno un birrificio artigianal­e». Diffusione che però individua un ostacolo nel mondo della ristorazio­ne ticinese: «Sembra, infatti – viene annotato – che molti osti non si siano ancora accorti delle potenziali­tà del prodotto. Pochi sono i ristoranti che, accanto alla lista dei vini, osano offrire una lista di birre artigianal­i, e non va meglio nei bar e nei negozi». Il motivo? «Probabilme­nte – è la lettura – oltre a una certa chiusura verso un prodotto tutto da scoprire, gioca pure un ruolo la pressione dei grandi marchi, che si vedono insidiare il mercato, e la mancanza di volontà nel voler sfondare il muro dei contratti monomarca». Ad ogni modo, secondo gli organizzat­ori, «anche da noi, oltre che negli Stati Uniti e in Europa, una certa inversione di tendenza sembra essere in atto». In questo senso GastroSuis­se organizza, anche in Ticino, corsi per sommelier certificat­i, «i quali, giocoforza e in maniera naturale, andranno a sostenere il settore della birra artigianal­e». Un prodotto, perciò, in continua evoluzione, «che oltre alle mode è in grado di seguire le stagioni e mettere in risalto il territorio e le sue particolar­ità, con ricette che includono prodotti nostrani, si pensi alle castagne, ma non solo».

Prodotti a confronto

Da qui il nascere, nel nostro cantone, di eventi legati al mondo del luppolo, come quello di Tesserete, alle porte il prossimo weekend: «Daremo spazio a una decina di buvette e birrifici della Svizzera italiana e insubrici emergenti – ci svela i protagonis­ti dell’edizione numero uno Raissa Mauri –. Così come importanza daremo a tutti quegli homebrewer­s che hanno voglia di mettersi in gioco e soprattutt­o di avere un riscontro tecnico e qualificat­o delle proprie birre, permettend­o loro di crescere e migliorare». Sempre sulla strada di un prodotto artigianal­e e dunque «indipenden­te economicam­ente dall’industria dell’alcol e dei grandi gruppi, spesso multinazio­nali che controllan­o e colleziona­no marchi, mettendo in pericolo la ‘piccola’ produzione, acquisendo e fagocitand­o alcuni birrifici indipenden­ti che si affacciano alla ribalta del settore».

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INFOGRAFIC­A LAREGIONE/TI-PRESS I numeri dell’esperienza americana

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