Quando il luppolo è di casa
In Ticino la birra artigianale sta conquistando una sua importante nicchia
Fra gli ostacoli alla sua diffusione i ristoratori che sembrano non essersi ancora accorti del tutto delle potenzialità di questo prodotto
«Oggi in Ticino si può affermare che la birra artigianale si stia conquistando la sua nicchia di mercato». A confermarci il trend i promotori della prima edizione di ‘Birra in Capriasca’. «Nel nostro cantone – ci rendono attenti alla diffusione sempre più spinta di questo amato prodotto – ogni adulto ha a disposizione nel raggio di una decina di chilometri almeno un birrificio artigianale». Diffusione che però individua un ostacolo nel mondo della ristorazione ticinese: «Sembra, infatti – viene annotato – che molti osti non si siano ancora accorti delle potenzialità del prodotto. Pochi sono i ristoranti che, accanto alla lista dei vini, osano offrire una lista di birre artigianali, e non va meglio nei bar e nei negozi». Il motivo? «Probabilmente – è la lettura – oltre a una certa chiusura verso un prodotto tutto da scoprire, gioca pure un ruolo la pressione dei grandi marchi, che si vedono insidiare il mercato, e la mancanza di volontà nel voler sfondare il muro dei contratti monomarca». Ad ogni modo, secondo gli organizzatori, «anche da noi, oltre che negli Stati Uniti e in Europa, una certa inversione di tendenza sembra essere in atto». In questo senso GastroSuisse organizza, anche in Ticino, corsi per sommelier certificati, «i quali, giocoforza e in maniera naturale, andranno a sostenere il settore della birra artigianale». Un prodotto, perciò, in continua evoluzione, «che oltre alle mode è in grado di seguire le stagioni e mettere in risalto il territorio e le sue particolarità, con ricette che includono prodotti nostrani, si pensi alle castagne, ma non solo».
Prodotti a confronto
Da qui il nascere, nel nostro cantone, di eventi legati al mondo del luppolo, come quello di Tesserete, alle porte il prossimo weekend: «Daremo spazio a una decina di buvette e birrifici della Svizzera italiana e insubrici emergenti – ci svela i protagonisti dell’edizione numero uno Raissa Mauri –. Così come importanza daremo a tutti quegli homebrewers che hanno voglia di mettersi in gioco e soprattutto di avere un riscontro tecnico e qualificato delle proprie birre, permettendo loro di crescere e migliorare». Sempre sulla strada di un prodotto artigianale e dunque «indipendente economicamente dall’industria dell’alcol e dei grandi gruppi, spesso multinazionali che controllano e collezionano marchi, mettendo in pericolo la ‘piccola’ produzione, acquisendo e fagocitando alcuni birrifici indipendenti che si affacciano alla ribalta del settore».