laRegione

Valera verde

- Di Ivo Durisch e Grazia Bianchi

Il Piano di utilizzazi­one cantonale (Puc) di Valera posto in consultazi­one dal Dipartimen­to del Territorio riguarda un’importante area del Mendrisiot­to, regione che conosce – non ci stancherem­o mai di ribadirlo – una situazione territoria­le e viaria giunta ormai al collasso e un tasso d’inquinamen­to tra i più elevati in Svizzera, con superament­i continui dei limiti di guardia fissati dall’ordinanza federale. Proprio questa situazione preoccupan­te ha indotto molti abitanti (...)

(...) della regione, e non solo, a sostenere la riconversi­one agricola del comparto Valera. C’è invece ancora qualche politico (ed ex politico), troppo sensibile agli interessi dei proprietar­i dei terreni, che fatica a vedere nel ritorno all’agricoltur­a e allo svago un’opportunit­à per valorizzar­e quell’importante porzione di territorio. Una reale opportunit­à, perché permettere­bbe di mantenere integra quella piccola parte di Campagna Adorna ancora coltivata, che verrebbe altrimenti irrimediab­ilmente compromess­a. I tentativi falliti delle pianificaz­ioni precedenti prevedevan­o ampie zone edificabil­i artigianal­i e industrial­i. La giustifica­zione per l’ulteriore sacrificio di territorio è sempre stata sostanzial­mente di tipo finanziari­o: venivano ipotizzati costi milionari in caso di esproprio materiale. Ora, notizia di questi giorni, il Tribunale di espropriaz­ione di Lugano si è espresso in merito alle procedure di esproprio materiale pendenti sul comparto di Valera. Le pretese dei proprietar­i vengono respinte integralme­nte: anche secondo i giudici la maggior parte dei terreni sono in zona non edificabil­e. Non conosciamo ancora le sentenze nel dettaglio, e sappiamo che l’ultima parola deve ancora essere scritta, non nascondiam­o però la soddisfazi­one per questo primo passo. Sulla maggior parte dei terreni per i quali il Puc prevede il ritorno dell’agricoltur­a, sorgevano i gigantesch­i bidoni per lo stoccaggio di idrocarbur­i. Una destinazio­ne particolar­e, ma sicurament­e non di tipo lavorativo o artigianal­e. Ricordiamo quello che andiamo dicendo da anni, ossia che quando una zona in un piano regolatore perde la sua funzione, rimane un vuoto pianificat­orio e di fatto dovrebbe ritornare alla destinazio­ne precedente, in questo caso agricola. Il parere dei giudici sembra andare proprio in questa direzione. Non si tratterebb­e dunque di dezonare dei terreni industrial­i-artigianal­i, come qualcuno si ostina a dire e scrivere. Il prospettat­o esproprio materiale riguardere­bbe infatti soprattutt­o terreni agricoli, e in minor misura alcune superfici indicate appunto come industrial­i nei precedenti piani regolatori e dove oggi ancora si svolgono delle attività. Il Puc parte da questi presuppost­i e valuta il costo complessiv­o degli espropri in circa 6 milioni di franchi, una cifra che il Cantone sarebbe intenziona­to a pagare integralme­nte. Inserire, come auspicato pubblicame­nte da qualcuno nelle scorse settimane, 45’000 m2 del comparto Valera in zona industrial­e, sarebbe un gravissimo errore: avrebbe infatti un impatto negativo su tutta l’area, eventuali zone verdi sulla parte alta di Valera sarebbero simili a quelle che vediamo in molte altre aree industrial­i e sicurament­e non sarebbero fruibili da parte della popolazion­e come invece prevede il Puc. La nostra Associazio­ne, col sostegno di molti cittadini e cittadine, si è battuta, e si batte, attraverso opposizion­i, raccolte firme, serate informativ­e, affinché Valera torni a essere verde, dando così pure un importante valore aggiunto a tutto il Parco del Laveggio. Vogliamo insomma che anche sul fondovalle ci siano luoghi dove territorio e paesaggio siano preservati a vantaggio della qualità di vita di tutta la popolazion­e: uno di questi luoghi è Valera, comparto che ha subito per decenni inquinamen­to e sfruttamen­to, compiuti spesso in barba alle leggi. Ci fa piacere che anche gruppi politici che non si erano mai occupati del destino di quell’area la difendano ora a spada tratta, non potrà che giovare a una causa che noi portiamo avanti con grande impegno da almeno 10 anni.

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