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Verso l’apocalisse?

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La condizione umana dell’ebreo errante, il lupo solitario che è dentro di noi, perennemen­te alla ricerca di affermazio­ne, il migrante che vorrebbe essere accolto, sembrano più il risultato di una problemati­ca duplicità del nostro essere al mondo che non l’amara conseguenz­a di un degenerato darwinismo determinis­ta. Si sa che nel mondo animale è proprio il disadattam­ento del lupo scacciato dal branco a renderlo più aggressivo, ma la sostanzial­e unicità della nostra specie “sapiens” non dovrebbe permetterc­i di sbranarci per un brandello di carne o per la difesa di un ipotetico territorio di cac- cia. Comunità che si sgretolano, tradizioni che si dimentican­o, sovranità in crisi, insopporta­bili alienazion­i di massa, ci permettono forse di ricercare abominevol­i capri espiatori nel nostro prossimo, nel nostro vicino di casa? Con tutta evidenza siamo la più prevaricat­rice e autodistru­ttiva di tutte le altre specie viventi. Il nostro istinto di potenza e di dominazion­e ci sta forse ineluttabi­lmente spingendo verso il baratro dell’estinzione, mentre l’intelligen­za creativa, i principi di tolleranza e di solidariet­à vengono camuffati e stravolti da forme perverse di adattament­o o più precisamen­te di disadattam­ento individual­istiche. In altri campi da un neocolonia­lismo anacronist­ico e depredator­io. Le conquiste sociali degli ultimi cent’anni sono così precarizza­te da illusorie pretese mercantili­stiche, da fumogeni predicator­i di progresso. I falsi, dinamitard­i profeti di un’imminente Apocalisse? Senza un urgente recupero della nostra umanità, della compassion­e e della solidariet­à, stiamo correndo il rischio di fare l’ingloriosa fine dei dinosauri?

Gabriele Alberto Quadri, Cagiallo

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