Odio, populismo, reazioni
Sui comportamenti negativi si tende sempre a generalizzare ed è sbagliato. È ad ogni modo inconfutabile che odio e populismo, con tutti i loro derivati, stiano fortemente nuocendo alla società. Fra le circostanze che portano all’odio di tipo collettivo, fa la sua parte la delusione e la conseguente perdita di fiducia nei riguardi di una società che viceversa pareva in grado, con decenni di percepito benessere, di produrre soddisfazioni e speranze. C’è volontà nel mondo di diffondere odio e cupe prospettive. Per fortuna c’è anche la volontà di contrastare i focolai di pensiero che li veicolano attraverso populismo, fondamentalismo, assolutismo e via di seguito. Sul finire dello scorso anno, la stampa riferì (un’intera pagina sul Corriere della Sera) di finanziatori d’oltre oceano, intenzionati a trasformare l’ex basilica benedettina di Trisulti (Frosinone) in scuola dove formare “agenti di populismo”. Gli abitanti del posto reagirono, portando in corteo striscioni quali “tenetevi i vostri dollari, il nostro spirito non è in vendita”. La marcia di protesta si è ripetuta sabato 16 marzo, in risposta “all’aggiudicazione dell’abbazia da parte del Ministero italiano dei Beni culturali, alla fondazione legata a Steve Bannon (già ideologo di Trump) e al cardinale Raymond per farne la sede di una scuola ‘sovranista’” (Corriere della Sera di domenica 17 marzo). Durante la campagna elettorale in corso in Ticino, sono state parecchie le prese di posizione con contributi stampa contro l’odio e il populismo, con richiami ai valori liberali e della solidarietà sociale. Con quale effetto lo diranno le urne il 7 aprile.
Abbondio Adobati, Melide