Tiro al ladrone
Roma – Bang Bang Salvini ne ha vinta un’altra: “Il sacrosanto diritto alla legittima difesa è legge. È un giorno bellissimo per gli italiani”, così il capo politico del governo ha salutato l’approvazione definitiva della legge sulla cosiddetta “legittima difesa”, votata al Senato da Lega, 5 Stelle, Forza Italia e Fratelli d’Italia. In base alla riforma, la difesa di chi respinge, armato, un’aggressione o una minaccia subita in casa o sul lavoro è sempre legittima, e la persona non è punibile se si trovava in “grave turbamento”. Un grave turbamento che sinora non ha minato il sangue freddo dei protagonisti di casi di cui Salvini ha fatto una bandiera di prendere bene la mira e fare secchi i ladri. Tutti contenti? Quasi tutti. Il presidente dell’Associazione nazionale magistrati Francesco Minisci ritiene che con la nuova legge “tutti saranno meno garantiti”, ammesso oltretutto che il testo superi l’esame di costituzionalità. Anche i penalisti hanno più di qualche dubbio: una legge “inutile e pericolosa” che “interviene su un’emergenza virtuale, inesistente, visto che i casi di legittima difesa in casa sono due all’anno e si tratta di assoluzioni”, ha rilevato il presidente dell’Unione delle Camere penali Giandomenico Caiazza. Ma non facciamola lunga, ha detto Salvini, “non c’è nessuna perplessità, per chi ha letto il testo”; mentre la claque parlamentare si spellava le mani in applausi. Sui banchi del governo solo lui e gli altri ministri leghisti. Assenti quelli a 5 Stelle, come ogni volta che approvano qualcosa di cui si vergognano. Qualche senatore grillino, per la verità ha votato contro, ma “siamo stati leali al contratto”, si è difeso Luigi di Maio. E per fortuna che il contratto non prevede l’obbligo di investire le vecchiette sulle strisce pedonali.