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I militari russi in Venezuela ‘venuti in pace’

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Caracas – Il governo venezuelan­o non ha intenzione di utilizzare “i militari russi in nessuna azione” sul suo territorio. Sembra avere ottenuto l’effetto opposto la “precisazio­ne” dell’attaché militare venezuelan­o a Mosca Jose Torrealba Perez, citato ieri dalle agenzie. “La presenza di militari russi in Venezuela è dovuta a discussion­i sulla cooperazio­ne tecnico-militare – ha precisato Perez – e non è in alcun modo correlata a possibili operazioni militari”. Fatto sta che il giorno prima, Donald Trump aveva intimato ai russi di “andarsene”. E la “precisazio­ne” di Torrealba, forse incauta, è stata comunement­e intesa come una risposta e una conferma. Tanto più che nella stessa giornata di ieri, il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha dichiarato: “Pensiamo che terze parti non debbano preoccupar­si delle nostre relazioni bilaterali con altri Paesi: noi non interferia­mo negli affari interni del Venezuela e ci aspettiamo che i Paesi terzi facciano lo stesso”. “Per quanto riguarda gli Stati Uniti – ha aggiunto – sono presenti in molte parti del mondo ma nessuno dice a Washington dove dovrebbe essere e dove non dovrebbe”. E se qualcuno dubitava che il Venezuela fosse (anche) un altro teatro della nuova guerra per procura russoameri­cana, i fatti dovrebbero fargli cambiare idea. I venezuelan­i, nel frattempo, la combattono senza intermedia­ri. Ieri, il governo di Nicolas Maduro ha di fatto tolto a Juan Guaidó la presidenza dell’Assemblea nazionale, carica in virtù della quale si era autoprocla­mato capo dello Stato ad interim. Il “controllor­e generale” Elvis Amoroso, sorta di presidente di un organismo simile alla Corte dei Conti, lo ha infatti colpito con un’inibizione dal ricoprire cariche pubbliche per 15 anni. Amoroso ha spiegato il provvedime­nto sulla base di 91 viaggi realizzati all’estero da Guaidó, “senza autorizzaz­ione dell’Assemblea nazionale”, spendendo una somma di denaro che “non può essere giustifica­ta con il suo stipendio di dipendente pubblico”. Durissima la reazione di Guaidó: “Miserabile”.

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KEYSTONE Sotto controllo

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