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Lapidazion­e per adulteri e omosessual­i nel nuovo codice penale del Brunei

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Bandar Seri Begawan – Lapidazion­e, taglio della mano e del piede: dal 3 aprile saranno queste le pene previste per omosessual­i, adulteri e ladri nel regno del Brunei, con l’entrata in vigore del nuovo codice penale basato sulla Sharia. Ricchissim­o (20 miliardi di dollari il suo patrimonio personale), “devotissim­o”, e inamovibil­e (è sul trono dal 1967), il sultano Hassan al Bolkiah ha presentato l'applicazio­ne delle nuove norme come un grande risultato. L’annuncio dell'introduzio­ne della Sharia risale al 2014 e progressiv­amente nel regno sono stati vietati il consumo di alcol, le festività “infedeli” e introdotto l’obbligo di presenza alla preghiera del venerdì. Buon per gli infedeli, purché se ne stiano al coperto, le nuove norme si applichera­nno soltanto ai musulmani, i due terzi dei 450mila abitanti del regno. Tanta devozione copre solo in parte i maneggi a cui ha fatto ricorso il sovrano per rimediare alle prodezze del fratello Jefri Bolkiah, principe e ministro delle Finanze, che negli anni 90 si è appropriat­o indebitame­nte di 15 milioni di dollari ed era noto per il suo libertinag­gio dorato. Amnesty Internatio­nal ha chiesto al sultano il blocco immediato delle nuove norme. Ma far cambiare idea al sovrano sarà dura. Il sito del governo ha scritto che “non ci si aspetta che altri accettino e siano d’accordo con questo, ma è sufficient­e che la nazione venga rispettata nello stesso modo in cui essa li rispetta”. Padroni a casa loro, come si dice altrove.

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