laRegione

‘Petizione con tante falsità’

Frizzo e Cozzaglio ribadiscon­o: ‘L’iniziativa in votazione il 19 maggio non mette a rischio l’investimen­to per la nuova officina prevista a Castione’

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«Un piccolo gruppo di quadri sta giocando sporco e, tra falsità e strumental­izzazione, tenta di dividere gli operai delle Officine di Bellinzona e di mettere gli iniziativi­sti in cattiva luce». È un lungo sfogo quello fatto ieri in conferenza stampa dal comitato dell’associazio­ne ‘Giù le mani’ quale reazione alla petizione (vedi ‘laRegione’ di mercoledì 27) sottoscrit­ta – sostengono i due capi reparto che l’hanno lanciata – da 207 collaborat­ori su un totale di 410. Petizione nel frattempo inviata al Ceo delle Ffs Andreas Meyer e al direttore dello stabilimen­to cittadino Francesco Giampà con tanto di sostegno al progetto di nuova officina a Castione e preoccupaz­ione per l’esito della votazione popolare del 19 maggio sull’iniziativa ‘Giù le mani’ che chiede all’ente pubblico di realizzare in Ticino un polo industrial­e, produttivo e tecnologic­o in campo ferroviari­o. “Preoccupan­o i contenuti dell’iniziativa – si legge nella petizione – perché compromett­ono la realizzazi­one a Castione”. Questo mentre “le Ffs hanno garantito che non ci saranno licenziame­nti e che stanzieran­no un importante investimen­to per la formazione e riqualific­a di tutti i dipendenti”. «Frasi come queste confondono, ingannano e illudono i collaborat­ori e la gente che andrà alle urne», sbotta Ivan Cozzaglio, primo firmatario dell’iniziativa e presidente della Commission­e del personale: «L’esito della raccolta firme, peraltro fatta con carta non intestata, vuol far credere che vi sia una spaccatura fra chi è contro la soluzione Castione e chi la sostiene. Ma non è affatto così. Perché l’iniziativa non è contro la soluzione Castione, ma è per il rafforzame­nto dell’attività industrial­e nel nostro settore in Ticino». Gli operai, ricordiamo, lo scorso ottobre si erano comunque divisi sull’iniziativa: con 143 sì e 135 no a scrutinio segreto avevano votato la necessità di portarla alle urne: «Ma già allora vi era stata pressione da parte del vertice aziendale. E adesso temo che si sia ripetuta la stessa cosa». Quanto alle falsità, «la garanzia di non licenziame­nto non è attualment­e data, idem quella secondo cui sarebbero tutti formati per affrontare le nuove mansioni a Castione.

Ma tutti chi? Le Ffs prevedono a Castione 200-230 operai. Formeranno quindi tutti gli attuali 410, a parte quelli che nel frattempo andranno in pensione? Quanto ai licenziame­nti, i primi ad essere tagliati sarebbero gli interinali, oggi una sessantina». E fra di essi c’è anche chi ha firmato la petizione, sintomo «di una diffusa paura». Dal canto suo Gianni Frizzo, presidente dell’associazio­ne ‘Giù le mani’,

ha ribadito che «la prospettiv­a più ottimistic­a è l’impiego a Castione di 130, e non 200-230, degli attuali 410 operai. Tuttavia, sebbene sollecitat­e in merito, le Ffs non hanno mai fornito dati ufficiali né il piano di fabbrica. Quanto a noi, il 19 maggio non abbiamo paura di perdere. Comunque andrà, vinceremo. E siamo pronti al confronto, per togliere di mezzo menzogne e confusione». MA.MO.

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TI-PRESS/GOLAY ‘Non temiamo il confronto e contestiam­o le fandonie dette e scritte’

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