Onda verde, Udc a fondo
Conferma ecologista e tracollo democentrista a Lucerna e Basilea Campagna
Forte progressione di Verdi e Pvl nei legislativi. Nel semicantone il Ps torna in Consiglio di Stato
Nella sua forma attuale, l’accordo quadro istituzionale concluso con l’Ue non avrebbe alcuna chance. Così, ai microfoni della Ssr, il presidente della Confederazione Ueli Maurer. Il 60% della popolazione svizzera però lo sostiene, indica un sondaggio realizzato dall’istituto gfs.bern e pubblicato dalla ‘Nzz am Sonntag’ (margine d’errore: +/- 2,2%). Il risultato sorprende. Finora si è sempre ritenuto che l’intesa non godesse del sostegno popolare. Se si fosse votato oggi, il 17% delle persone interrogate dal gfs.bern avrebbe detto ‘sicuramente sì’, un altro 43% ‘probabilmente sì’. Chi avrebbe in ogni caso scritto ‘no’ sulla scheda è il 15%, mentre sono il 20% quelli tendenzialmente contrari. Gli indecisi sono il 5%. Tra i partiti, sono i Verdi a sostenere maggiormente l’accordo (86%), l’elettorato socialista segue con l’80%. Un chiaro sì giunge anche da Plr (71%) e Ppd (68%). Contrario invece il 60% dei sostenitori dell’Udc.
Il tema era sabato all’ordine del giorno dell’assemblea dei delegati democentristi. Ad Amriswil (Tg) questi hanno approvato 13 rivendicazioni in merito all’accordo. Viene chiesto tra l’altro al Consiglio federale di non firmare trattati in contrasto con la Costituzione o accettare le decisioni della Corte di giustizia europea. Il partito ha poi deciso le raccomandazioni di voto per il 19 maggio: ‘no’ alla revisione della legge sulle armi; libertà di voto invece per quel che concerne il progetto Riforma fiscale e finanziamento dell’Avs. In questo modo «diamo un segnale chiaro che non approviamo il collegamento dei due progetti», ha detto il presidente Albert Rösti.
Un legame difeso per contro da Ueli Maurer. Che dopo svariate sconfitte alle urne, critica i vertici del partito. “Siamo diventati pigri, la nostra gente si sforza troppo poco”, afferma il consigliere federale democentrista in un’intervista al ‘SonntagsBlick’. L’ex presidente dell’Udc dice di osservare “una certa superficialità”. Ora sta al partito controsterzare. Ma “l’Udc non deve occuparsi di clima, sarebbe assolutamente inattendibile”. Il suo partito vince elezioni solo con temi sperimentati (Ue, stranieri, imposte), si dice convinto il ministro delle Finanze. Ma dire ‘no’ non basta. È decisivo che il partito motivi chiaramente la sua opposizione e proponga alternative. “Attualmente ciò accade troppo raramente”. Lo zurighese dice infine di volersi ripresentare in autunno alle elezioni per il rinnovo totale del governo.