Niente palloncino, ma domande, osservazione ed esami
Il conducente viene fermato e mentre degli agenti pongono delle domande, altri osservano i suoi comportamenti. Non deve soffiare nel “palloncino” ma viene fatto uscire dall’auto per controllare come si comporta fuori dal veicolo, mentre è ignaro che la polizia sta mettendo in atto un test diverso dal solito. E in seguito viene sottoposto a una visita medica accompagnata dalle analisi del sangue e delle urine. Sono questi, in estrema sintesi, gli elementi che contraddistinguono il metodo “Verify” di cui la sezione Stradale della Polizia cantonale grigionese fa sempre più uso dopo le prime istruzioni avvenute un paio d’anni fa. L’obiettivo è come detto quello di verificare l’idoneità alla guida di chi viene fermato in occasione di un posto di blocco, con la finalità ultima di aumentare la sicurezza degli utenti della strada. «Si tratta di uno strumento importante che ci permette di vedere anche cose che prima non si potevano notare con i soli test per l’alcol o la droga», sottolinea il sergente William Kloter. Vi sono infatti anche altri motivi che potrebbero causare la non idoneità alla guida, come ad esempio l’utilizzo di determinati farmaci, malesseri fisici o problemi psicologici. E solitamente, aggiunge Kloter, se nei primi 3 minuti la persona può fingere di non avere problemi, più passa il tempo più eventuali anomalie saltano facilmente all’occhio dei poliziotti. «Nella quasi totalità dei casi, quando decidiamo di utilizzare un test “Verify”, le analisi mediche confermano i nostri dubbi», spiega Kloter. Un metodo che si fa strada anche all’estero: recentemente istruzioni sul nuovo sistema sono state fatte dalla Polizia grigionese anche ad agenti milanesi. SAM