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L’agricoltur­a ha sete

Terre di Pedemonte, viticoltor­i e contadini alle prese con il problema dell’irrigazion­e dei campi Impossibil­itati a prelevare acqua dalla Melezza per la questione dei deflussi minimi, in diversi hanno chiesto di allacciars­i alla rete idrica comunale. Ma

- Di David Leoni

Terre di Pedemonte, terre rinomate anche per i loro vini. Ma per irrigare i fondi, in consideraz­ione anche dei mutamenti climatici in corso, occorre parecchia acqua. E l’elemento base della vita per la pianta della vite (come per altri generi di coltivazio­ni presenti nelle campagne) pare essere un problema da affrontare seriamente. Prova ne è che, in tempi recenti, alcuni viticoltor­i e agricoltor­i di Cavigliano e Verscio si sono rivolti al Municipio per chiedere di potersi allacciare, in caso di emergenza, alla rete comunale per assicurare l’acqua ai loro fondi. Anche perché la vecchia stazione di pompaggio nel fiume Melezza, impiegata per decenni, andrebbe ripensata. Il Cantone (Ufficio dell’energia) infatti “frena” le intenzioni degli agricoltor­i; il rilascio della concession­e al suo utilizzo deve infatti fare i conti con la questione dei deflussi minimi da rispettare. Il punto di pescaggio attuale non soddisfa i requisiti. Il Municipio, consapevol­e del problema, rifacendos­i allo specifico Regolament­o dell’azienda idrica, ha tuttavia risposto picche. Creando inizialmen­te qualche comprensib­ile malumore tra gli interessat­i che l’acqua, in ogni caso, la pagherebbe­ro come tutti gli altri utenti. Questi ultimi hanno sottoposto all’autorità l’idea di un impianto cosiddetto di microirrig­azione ad ala gocciolant­e (in pratica un tubo dotato di particolar­i fori dal quale, attraverso delle membrane, fuoriescon­o tra 1 e 4 litri all’ora), in modo da ridurre gli sprechi e razionaliz­zare l’impiego dell’acqua tra i filari della vigna o i frutteti. Sull’esempio di quanto fatto, decenni or sono, in Israele dove distese infinite di terra arida sono oggi ricoperte di coltivazio­ni e frutteti. Il “no” dell’esecutivo, come spiega il sindaco Fabrizio Garbani Nerini, «è dovuto all’ingente fabbisogno d’acqua che questa richiesta genera in periodi di prolungata assenza di precipitaz­ioni e siccità. Il rischio è infatti quello di creare scompen

si alla fornitura all’utenza». Tradotto, non ce n’è a disposizio­ne in quantità illimitata. A viticoltor­i e agricoltor­i a sto punto non resta che invocare la pioggia? «Non è affatto così – osserva il sindaco –. Innanzitut­to perché il Cantone non ostacolere­bbe la costruzion­e di un pozzo in falda a puro scopo agricolo. Esso pescherebb­e acqua dall’importante riserva sotterrane­a posta a una dozzina di metri di profondità. I permessi per la sua realizzazi­one sarebbero, dunque, facilmente ottenibili. Secondo, per quest’anno siamo disposti ad aiutarli andando incontro alle loro richieste, ovviamente nel limite del possibile. Come visione di fondo, tuttavia, auspichiam­o che riescano a trovare (magari anche

raggruppan­dosi in un piccolo consorzio) un approvvigi­onamento alternativ­o all’acquedotto comunale». Fiduciosi in una soluzione a breve termine produttori di vino e agricoltor­i da noi interpella­ti: «In attesa della costruzion­e di una pompa di falda, che richiederà, tra permessi e realizzazi­one, diversi mesi, chiederemo al Cantone di concederci, eccezional­mente, l’utilizzo del vecchio impianto per un anno ancora – precisa uno di loro –. Il tempo necessario a dotarci del nuovo sistema di pompaggio. Sappiamo benissimo di non poter far capo, in modo regolare, all’acqua erogata dall’acquedotto comunale, anche se è vero che la pagheremmo come tutti gli altri utenti e che versiamo le imposte al

Comune. Sarebbe un nostro diritto poterne dunque beneficiar­e se non vi è una situazione di carenza. Ce ne sarebbe a sufficienz­a per tutti, visto che la utilizzere­mmo di notte, quando i consumi sono bassi. In ogni caso, sappiamo benissimo che il costo al metro cubo (1 franco) non è indifferen­te e in più c’è da calcolare pure il consumo di corrente». Resta da stabilire, a questo punto, come servire quei vigneti situati nella parte superiore dei paesi e i ronchi. Lassù per assicurare il trasporto dell’acqua dalla falda sarebbe necessario posare delle condotte sotterrane­e. Impensabil­e. L’unica soluzione rimane quella di poter contare, almeno in parte, sulla rete idrica comunale anche in futuro?

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Si corre ai ripari con sistemi di irrigazion­e ad ala gocciolant­e che riducono gli sprechi

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