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L’etica conta anche in politica!

- Di Matteo Caratti

Ci si attendeva un governo fotocopia. E invece i sondaggi pre-elettorali (del gruppo Cdt) sono stati sconfessat­i, in particolar­e in casa pipidina. Cos’è successo? Come ai tempi del duello fra l’uscente Plr Marina Masoni (ammaccata dallo scandalo Villalta) e la sfidante Laura Sadis (poi eletta al suo posto), ieri la sanzione politica dello scandalo Argo 1 è prepotente­mente emersa ai seggi e il ministro uscente Paolo Beltramine­lli ha ricevuto il cartellino rosso dagli elettori. A stupire è l’ampio vantaggio registrato da De Rosa (oltre 10mila voti) rispetto a Beltramine­lli e pure il fatto che il suo successo sia stato notevole sia nel Sopra che nel Sottocener­i, geografica­mente più lontano dal sindaco della Riviera e più vicino al luganese uscente. Nota positiva per il Ppd è certamente la sua avanzata (più 0,7%), che interrompe il trend al ribasso degli ultimi vent’anni, segno che la competizio­ne aiuta e in casa azzurra lo scandalo Argo 1 la imponeva. Comunque, solo oggi, coi dati del parlamento, sapremo se lo stesso ragionamen­to varrà anche per il legislativ­o. E vedremo poi se il cambio di ministro avrà un effetto di rimpallo sulla presidenza del partito! Sempre sul fronte dei vincitori, c’è il Ps di Righini e Bertoli, che – a differenza del Ppd – non offriva una lista di battaglia interna. Molto probabilme­nte il partito è stato trascinato verso l’alto da due fattori: il soccorso esterno ai socialisti, che rischiavan­o di rimanere fuori dalla stanza dei bottoni, e il voto utile a sinistra che ha dirottato una parte dei voti verdi sul Ps. Fra i perdenti del confronto, c’è l’accoppiata (o ammucchiat­a) Lega-Udc. Il tandem tattico ha raggiunto l’obiettivo (per la Lega), cioè difendere le due poltrone, ma visto che un terzo seggio era impossibil­e da agguantare, il movimento ha finito per fare una campagna di basso profilo, scontentan­do parte dei suoi. Scontentez­za generata anche dal matrimonio d’interesse con l’Udc, partito nazionale per eccellenza, mentre la Lega è cantonale e territoria­le punto e basta. Un’unione che reggerà per le federali? Anche qui staremo a vedere. Anche il Plrt non sorride e registra una flessione. Dopo la performanc­e di Caprara nel piazzare Ignazio Cassis in Consiglio federale e Samuele Cavadini alla testa dell’esecutivo di Mendrisio, i liberali arretrano. Colpa di una campagna avviata dapprima con la voglia di raddoppio a destra, divenuta poi impossibil­e a causa dell’alleanza Lega-Udc, e poi giocata a sinistra interessan­dosi alla scuola di Bertoli, senza tuttavia avere fra i cinque in lizza chi veramente poteva coprire l’area di centro sinistra. Questo per i partiti. Più in generale ci rallegriam­o (molto) che la questione dell’etica in politica sia diventata proprio l’elemento che può fare la differenza alle urne. Un messaggio, questo, che deve spingere i partiti – e in queste settimane/mesi lo storico Andrea Ghiringhel­li lo ha più volte ribadito – ad avere la forza di risolvere al loro interno talune questioni delicate, senza trascinare elettori e parlamenta­ri in estenuanti tira e molla penosi, spendendo soldi (di tutti) ed energie in inutili bracci di ferro che finiscono per bloccare l’intero Paese. I cittadini capiscono. Capiscono benissimo e si regolano di conseguenz­a. Ora avanti col nuovo governo e il parlamento che verrà, tenendo conto che fuori c’è un Paese che si aspetta dagli eletti anche la capacità di guardare oltre il quadrienni­o e il proprio orticello. Le sfide che attendono in primo luogo il mondo del lavoro, in seguito alla trasformaz­ione di tante profession­i e all’avvento dell’intelligen­za artificial­e, sono davvero alte. Con i conti in buona salute, che si torni finalmente a fare politica, spinti e ispirati da visioni politiche intelligen­ti, lungimiran­ti e debitament­e comunicate al Paese.

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