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‘Abbiamo provato che non parliamo solo di frontalier­i’

- Di Simonetta Caratti

L’ha anticipato domenica, ma ora ne è certo visto il tonfo leghista (-4 seggi) e la crescita democentri­sta (+2 seggi) in parlamento: «L’apporto dell’Udc è stato fondamenta­le per salvare i due seggi leghisti in Governo e di questo mi rallegro». Anche se l’arretramen­to della alleanza Lega/Udc (-4,5%) dispiace al presidente democentri­sta ticinese, Piero Marchesi. Il partito che è salito a 7 seggi in Parlamento (dal 5,77% de La Destra quattro anni fa, al 6,57% del 2019) si attende che il governo alleggeris­ca la pressione fiscale sul ceto medio. Il grande escluso è Franco Denti: «Magari il partito non l’ha ancora assimilato». Il successo: «Abbiamo dimostrato che non parliamo solo di frontalier­i e siamo andati nelle piazze».

Alla luce dei risultati del Gran Consiglio – tonfo leghista e avanzata Udc – rifarebbe l’alleanza coi leghisti per il Governo?

Sì certo, i dati del parlamento conferma no che l’apporto dell’Udc ha salvato il secondo seggio della Lega in Governo. Questo era l’obiettivo principale. In Gran Consiglio il nostro obiettivo minimo era conservare i 5 seggi e tentare di farne 6, ma siamo addirittur­a arrivati a 7. È un ottimo risultato.

Quindi l’intesa con la Lega viene confermata anche per le federali e le comunali?

L’accordo è stato sottoscrit­to e va rispettato, insieme cercheremo di mantenere le posizioni dell’area anche alle federali e alle comunali.

I due ministri leghisti Gobbi e Zali, visto che ne avete salvato uno, sono abbastanza ‘simpatizza­nti’ Udc?

Di principio sì. Privilegia­no posizioni importanti per i democentri­sti come la preferenza indigena nel mercato del lavoro, la salvaguard­ia della sovranità elvetica, la sicurezza e il controllo dei confini. Su altri temi, magari secondari, abbiamo divergenze. Infatti la tassa di collegamen­to ci ha divisi. Fa parte del gioco perché non siamo un partito unico.

Che cosa vi aspettate dal nuovo governo?

Visto il disavanzo (di 137 milioni, ndr) delle finanze cantonali ci aspettiamo una maggiore attenzione al ceto medio e alle piccole e medie imprese, che negli ultimi anni sono state strizzate con nuove tasse e imposte. Ora che i conti dello Stato sono in parte risanati vorremmo vengano portate avanti le iniziative che abbiamo presentato lo scorso maggio volte a togliere pressione fiscale dal ceto medio.

Perché siete cresciuti? Per i temi accattivan­ti? Non per i volti nuovi, visto che l’outsider Franco Denti non ce l’ha fatta...

La crescita è una combinazio­ne di vari fattori. L’Udc ha dimostrato in questi ultimi anni che non parla solo di stranieri e frontalier­i. Ad esempio, abbiamo lanciato il referendum sulla scuola e il popolo ci ha dato ragione. Questo ha contribuit­o a portare un maggior riconoscim­ento al partito. Abbiamo inserito volti nuovi e chi era già democentri­sta è cresciuto. Ci siamo tolti quell’immagine di partito elitario, che non ho mai amato, infatti la nostra campagna è stata in piazza in mezzo alla gente.

Perché la vostra base non ha apprezzato la candidatur­a dell’ex Verde ed ex Ppd Franco Denti?

Magari il partito non l’ha ancora assimilato e l’elettore non ha ancora apprezzato la sua candidatur­a. Su Franco Denti non ho mai avuto dubbi sul suo allineamen­to con i temi principali cari all’Udc. Un partito per crescere deve avere anche volti nuovi che condividan­o la linea politica dell’Udc. Comunque le paure che avevano alcuni uscenti di non venire rieletti sono state smentite dal voto.

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