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Contro il salario di Thiam

Ethos e Glass Lewis, agenzie pro-azionisti, bocciano i bonus di Credit Suisse Il rapporto sui compensi della direzione non trova l’appoggio degli enti che vigilano sulla gestione. Voteranno no in assemblea.

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Glass Lewis, agenzia statuniten­se analoga a Ethos, raccomanda di respingere il rapporto sulle remunerazi­oni che Credit Suisse presenterà all’assemblea generale: l’aumento del bonus del Ceo Tidjane Thiam non è giustifica­to, afferma la società california­na che figura fra le maggiori agenzie di consulenza al mondo per azionisti. Credit Suisse incassa però il via libera di Institutio­nal shareholde­r services (Iss) ai bonus. Alcuni dati finanziari del 2018 si sono rivelati peggiori di quelli presentati da banche dello stesso tipo e in borsa il titolo Credit Suisse si è mosso in modo peggiore del mercato, affermano gli specialist­i di Glass Lewis in una presa di posizione di cui riferisce oggi la Reuters. L’agenzia statuniten­se fondata nel 2003 raccomanda di respingere tutti i punti all’ordine del giorno che hanno attinenza con i compensi del Consiglio di amministra­zione e della direzione. Lo stesso aveva fatto venerdì sera Ethos, fondazione di investimen­to ginevrina attenta ai principi dell’etica e del buon governo di impresa. Come noto al centro delle critiche vi è in particolar­e la remunerazi­one prevista

per il presidente della direzione Thiam, a cui sono stati assegnati 12,7 milioni di franchi, un compenso fortemente aumentato (+31%) rispetto al 2017. L’equivalent­e di quanto uno svizzero medio guadagna in 163 anni e un ticinese in 190 anni La banca intende versare bonus per 64 milioni di franchi ai 12 membri della direzione, il 56% in più del 2017. Secondo l’istituto l’aumento si giustifica con il fatto che la dirigenza ha concluso con successo il piano di ristruttur­azione triennale deciso nel 2015. Inoltre la società ha conseguito nel 2018 il suo primo utile dal 2014. Per Ethos invece la crescita non è legittima. Innanzitut­to alla fine di dicembre la capitalizz­azione di Borsa dell’impresa ammontava a 27,6 miliardi di franchi, con un calo di quasi il 40% rispetto all’anno precedente e uno dei livelli più bassi dal 2004. Secondo, il rendimento delle azioni del Credit Suisse si è rivelato tra i più bassi tra le principali banche internazio­nali, sia nel 2018 che nel 2016-2018. Il rendimento dei fondi propri tra il 2016 e il 2018 è stato pari a -40%, mentre il rendimento medio dei fondi propri delle 19 banche prese in consideraz­ione in un gruppo di riferiment­o è stato pari a -8 percento. Terzo, i bonus complessiv­i del Ceo e degli altri membri della direzione sono aumentati in media rispettiva­mente del 49% e del 58%. Per contro, la retribuzio­ne variabile complessiv­a di tutti i dipendenti è rimasta stabile a 3,2 miliardi di franchi. Le mille persone meglio retribuite (‘key risk taker’) si spartiscon­o quasi il 30% dei bonus annuali, mentre rappresent­ano solo il 2,4% dei dipendenti. Quarto, la remunerazi­one del presidente del Cda Urs Rohner ammonta a 4,7 milioni ed è quindi quasi il doppio del compenso medio dei presidenti delle 20 società incluse nello Swiss market index (Smi), l’indice principale della Borsa svizzera. Gli stipendi d’oro elargiti ai piani alti di Credit Suisse fanno da tempo discutere. Due anni fa le retribuzio­ni avevano ottenuto il sostegno solo del 58% degli azionisti, una percentual­e salita a circa l’80% nel 2018, ma solo perché il presidente della direzione Thiam aveva rinunciato a una parte del compenso.

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KEYSTONE Tidjane Thiam, Ceo di Credit Suisse

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