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Pietas e altezze di Claudio Magris

- Di Paolo Petroni/Ansa

Segue da pagina 25 (...) della Risiera di San Sabba, l’unico lager di sterminio nazista in Italia, inserendol­o nel contesto sociale e storico da cui nacque e che poi cercò di nasconderl­o e dimenticar­lo; ma anche, pur se in maniera più personale e poetica, il precedente, intenso ‘Microcosmi’ (Premio Strega 1997), in cui, dalla grande visione europea del Danubio si passava ai minimi universi legati alla memoria della vita, agli studi e agli affetti di Magris, ma che più andava nel particolar­e, più metteva in evidenza valori universali, il senso di un modo di vedere e affrontare l’esistenza, di sopportarl­a, con ironia, partecipi e distaccati assieme, coinvolti ma capaci di coglierne dolore e gioia sullo sfondo della storia e di un mondo, quello del caffè triestino San Marco, che è “specchio della realtà” dove “trionfa vitale e sanguigna la varietà” in cui trovare senso e verità del presente. Del resto la salvezza passa per le cose minime, passa per se stessi, per il racconto, l’indagine, la testimonia­nza, l’analisi; salvezza è la scrittura stessa di Magris, alta e raffinata, limpida nel distillare con cura chiarezza e semplicità. Come lo è nei cinque racconti che escono in questi giorni, editi dall’editore di tutti i suoi libri, Garzanti, col titolo ‘Tempo curvo a Krems’, che riflettono sul passato e il presente, sul senso e sul valore del tempo. La necessità è “ricostruir­e nella realtà e nel cuore”, con rigore, come scriveva a proposito dei saggi di ‘Utopia e disincanto’ (1999) in quell’‘Infinito viaggiare’ (altro suo titolo, del 2005) che è l’esplorazio­ne dell’esistenza, tra l’aiuto a capire ed essere che sono i libri, di cui si parla nei saggi di ‘Alfabeti’ (2008); e la storia, la società, come è affrontata nelle note civili di ‘Livelli di guardia’ (2011). Livelli per Magris superati troppo spesso nella nostra recente vita sociale e politica, tra corruzione e odio del diverso, violenza e incapacità di vergognars­i, nel venir meno di quella pietas e tenerezza, sentimenti umani profondi e identitari che non mancano mai nelle pagine di Magris, quelle citate e quelle dei suoi tanti altri titoli, letterari, drammaturg­ici, di saggistica, tasselli di un grande affresco culturale della nostra epoca.

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