laRegione

Lo spoglio della discordia

Il cancellier­e Coduri sui ritardi : ‘Alcuni Comuni hanno lavorato male’ Ma l’Unione segretari comunali ticinesi: ‘Parole che ci lasciano sorpresi, se si può migliorare siamo a disposizio­ne’

- Di Jacopo Scarinci

Uno spoglio durato tredici ore, come quello che ha interessat­o le schede per il Gran Consiglio lunedì, non poteva non sfociare in polemica. Una polemica a base di scanner con laser «per paradosso troppo performant­i», ritardi ed errori «da parte di alcuni Comuni». È quanto sostiene il cancellier­e dello Stato Arnoldo Coduri che, raggiunto dalla ‘Regione’, afferma: «Alcuni Comuni hanno lavorato davvero male». Ma andiamo con ordine. Che qualcosa non stesse andando per il verso giusto si è capito «subito, dalle prime schede». Ed era il problema degli scanner che non «erano settati bene per le schede del Gran Consiglio, con i quadratini diversi rispetto a quelli del Consiglio di Stato». Ma la domanda è d’obbligo: non erano stati testati i nuovi scanner? «Certo che erano stati fatti molti test – risponde Coduri – ma com’è evidente un conto è testare in situazioni di normalità e in un laboratori­o, un altro consideran­do altre variabili che solo sul momento si possono notare». Variabili che, prosegue il cancellier­e, «hanno portato ai rallentame­nti iniziali e alla decisione di risistemar­e tutti e dieci gli scanner utilizzati». Ma nel concreto di cosa stiamo parlando? Anche di alcuni granelli di polvere. Eh sì, perché «i nuovi scanner hanno dei sensori, dei laser talmente sensibili che anche qualche granello di polvere, o qualche piccola imperfezio­ne, compromett­evano la lettura della scheda, che veniva rifiutata. Per paradosso, possiamo dire che l’aumento della tecnologia questa volta non ci è stato d’aiuto». In più, la già nota questione «dei quadratini diversi». Ma non tutto questo ritardo, sempre stando alle parole di Coduri, è imputabile a errori tecnici. Perché «alcuni Comuni hanno lavorato male». E i ‘cahiers de doléances’ del cancellier­e sono ricchi: si va da «cassette invertite, ovvero le schede del Gran Consiglio nella cassetta del Consiglio di Stato» (invero un grande classico, ndr.) al fatto che «in qualche centinaio di casi è stato usato in modo improprio l’apribusta automatico, che ha portato al taglio della scheda. E di conseguenz­a alla sua lettura col metodo manuale, quindi parliamo di cinque minuti per scheda invece che un secondo». Passando anche per «diversi problemi» riscontrat­i coi verbali a volte assenti e a volte sbagliati, «come per il voto per corrispond­enza». Ma per Coduri il discorso è chiaro: «Abbiamo dato delle direttive, delle indicazion­i. Alle volte non sono state seguite». Per non parlare della «fretta» con cui, sempre «alcuni Comuni», hanno lavorato. Una fretta «che ha portato, appunto, in alcuni casi a lavorare male». «Parole che ci lasciano sorpresi». È netto Waldo Patocchi, vicepresid­ente dell’Unione segretari comunali ticinesi (Usct), nel commentare quanto affermato da Coduri. «Non vogliamo assolutame­nte polemizzar­e», esordisce. Ma «non abbiamo ricevuto segnalazio­ni di un lavoro svolto male. Le direttive arrivateci erano tante e molto chiare, le abbiamo seguite al meglio». Ma se qualcosa non ha funzionato, «e se ci sono possibilit­à di aggiornare, migliorare queste direttive lo facciano, noi siamo a completa disposizio­ne se c’è da accrescere la qualità del lavoro». Ma ai casi puntuali sollevati da Coduri, come reagisce Patocchi? Innanzitut­to, rileva, «sulla

questione dell’utilizzo errato dell’apribusta automatico, non credo che quei casi lì abbiano fatto perdere delle ore, dilatando così i tempi. E sulla fretta di chiudere, beh, io la capisco». Nel senso che, annota il vicepresid­ente dell’Usct, «se la Polizia passa a una certa ora, noi per quell’ora dobbiamo essere pronti a fornire tutto il materiale. E se non lo siamo? La fretta non è dipendente da

una volontà, ma dal rispettare degli orari». Un finale in affanno, usando un eufemismo, per una storia comunque nata male. E ci riferiamo al fatto che le schede per il Consiglio di Stato hanno dovuto essere ristampate dopo l’iniziale stralcio di Xenia Peran, candidata per la Lega Verde, riammessa per decisione del Tribunale federale.

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TI-PRESS A Zurigo più veloci? ‘Lì lo spoglio lo fanno i Comuni’

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