Eritrea deceduta, il compagno alla sbarra
Assassinio, consumato e tentato, omicidio intenzionale, consumato e tentato, lesioni semplici, esposizione a pericolo della vita altrui, minaccia e coazione. Sono le accuse cui dovrà rispondere un 37enne eritreo in relazione al decesso della compagna – una 24enne pure cittadina eritrea – avvenuto a Bellinzona il 3 luglio del 2017. Il Ministero pubblico comunica che è stato intimato alle parti l’atto d’accusa, e che l’uomo è rinviato a giudizio di fronte alla Corte delle Assise criminali di Bellinzona. La donna era deceduta dopo essere precipitata dal balcone del quinto piano di una palazzina in via San Gottardo. Ai tempi dei fatti, l’uomo abitava insieme alla vittima e ai loro due figli piccoli. Nell’aprile del 2018, l’ipotesi di un suicidio era stata valutata inverosimile dall’Istituto di medicina legale dell’Università di Berna nell’ambito dell’inchiesta. L’uomo, arrestato immediatamente dopo l’accaduto, fin da subito si è professato innocente, sostenendo di aver cercato invano di evitare che la compagna si togliesse la vita. Lo scorso luglio, ‘il Caffè’ aveva riferito di un possibile tentativo di strangolamento che avrebbe preceduto la caduta della donna. L’ipotesi è basata su una lesione dell’osso ioide emersa dall’autopsia predisposta dal Ministero pubblico, che potrebbe però essere stata provocata pure dall’impatto al suolo dopo il volo di 18 metri. Mesi prima della disgrazia, la polizia era stata allertata a causa di una lite fra la coppia. Già in quell’occasione la donna aveva rischiato di precipitare dal terrazzo. Un precedente che, insieme ad altri elementi, aveva portato molti degli inquilini del condominio a definire “annunciata” la successiva tragedia.