Metamorfosi ControVento
Si apre stasera a Bellinzona la sesta edizione del festival dedicato alla letteratura per ragazzi Domande, stupore, parole, storie con cui coltivare uno sguardo divergente, capace di interrogare, sorprendere, immaginare una realtà diversa. E stimolare la
Attraverso le parole, scelte con cura, possiamo definirci, dare forma, consistenza e profondità a ciò che siamo, o almeno a ciò verso cui tendiamo. Non sorprende dunque che un piccolo festival consacrato alle inesauribili risorse delle parole, si identifichi proprio in una serie di parole. “Domande”, per interrogare e lasciarsi interpellare da un libro; “stupore”, inteso come capacità di spogliarsi dei propri preconcetti e “coltivare uno sguardo divergente”; “storie”, attraverso le quali “rendere il mondo più abitabile”; “controvento”, perché “la lettura è un atto di resistenza”, invito “ad immaginare altri luoghi” e “ad affrontare le incognite”; “parole”, appunto, in quanto controvento “non ci si accontenta della prima parola che viene in mente”. Insomma, stiamo parlando del festival Storie ControVento, la cui sesta edizione è in programma da questa sera a sabato a Bellinzona. Come di consueto, il festival tiene al centro del suo programma l’incontro fra gli autori ospiti e i ragazzi delle scuole medie e superiori (circa 650) che hanno letto i loro libri. Quest’anno saranno presenti Allan Stratton, Gabriele Del Grande, Guido Sgardoli, Sjoerd Kuyper, Jessica Schiefauer, Hamid Sulaiman, con una serie di libri che raccontano di solitudine e violenza (degli adulti), di guerra e utopie, di resistenza attraverso la fantasia, di speranza nel corpo di un ragazzo incastonato fra i ghiacci. Accanto agli incontri dedicati alle scuole, ci sono quelli aperti al pubblico: stasera alle 20 in Biblioteca cantonale i ragazzi della scuola media di Giubiasco intervistano Hamid Sulaiman; giovedì alle 18.15 Sgardoli e Kuyper, fra Italia e Olanda, riflettono sui cambiamenti nella letteratura per ragazzi; sempre giovedì, alle 20.15, ‘Mettiti nei miei panni’ propone l’incontro fra Vera Salton, antropologa, con Jessica Schiefauer; sabato mattina, dalle 10.15, alla libreria Casagrande gli incontri con Allan Stratton e Gabriele Del
Grande, quest’ultimo sul tema “come ti racconto lo Stato islamico”. Paolo Buletti, segretario dell’associazione Albatros, è uno degli ideatori del festival. Gli abbiamo rivolto alcune domande.
Sei anni dopo, che cosa identifica il lavoro sui libri proposto dal vostro festival? Quale il ruolo dei ragazzi?
ControVento per noi è una parola programmatica, perché evoca un lavoro in controtendenza, non in contrapposizione, rispetto ad altri tipi di linguaggio; la lettura comporta tempo, lentezza, resistenza. Ci siamo chiesti che cosa era importante fare per affezionare i ragazzi alla lettura e ci siamo focalizzati sulla fascia d’età 13-17, quella secondo noi un po’
“a rischio” per quanto riguarda la lettura. Prendendo spunto dalla metodologia di altri esperti, abbiamo pensato che per avvicinare i ragazzi alla lettura bisogna far percepire loro che le storie riguardano la loro vita. Non è tanto una “promozione della lettura”, preferiamo il concetto proposto da Chiara Carminati, che, ispirandosi allo spagnolo, rispolvera una parola in disuso in italiano come “fomento”. Vorremmo far venire ai ragazzi una fame di libri, proponendo storie che interpellino noi e loro.
Quest’anno il programma fa riferimento alle “metamorfosi”: quali?
Siamo partiti dal libro che ha fatto più discutere, ‘Girls’, della svedese Jessica Schiefauer. Le protagoniste sono tre adolescenti che scoprono un fiore strano, bevendo il nettare del quale di notte possono trasformarsi in maschi. È un tema forte, che riguarda non solo l’identità sessuale, ma la possibilità di assumere la diversità dentro di noi. Questo tema della metamorfosi riguarda però la letteratura, perché essa permette una trasformazione: crescere, diventare adulti, trasfigurare la realtà con l’immaginazione.
Sabato incontrerai Allan Stratton, autore della ‘Casa dei cani fantasma.’ Perché è un autore significativo?
Prima di tutto, per noi è stato importante andare per la prima volta oltre Oceano, perché negli Usa e in Canada c’è una letteratura per noi molto interessante che può portarci un altro punto di vista. La sua caratteristica, come in molta letteratura nordica, è quella di raccontare storie di ragazzi soli di fronte alla vita, a confronto con figure di riferimento adulte precarie, in difficoltà, e che dunque corrono dei rischi. Nei libri di Stratton l’immaginazione ha un’alta frequenza, è spesso squalificata dagli adulti ma assume un valore positivo quando essi la riconoscono. Noi adulti spesso abbiamo delle difficoltà con l’immaginazione, preferiamo stare nel “brodo della cronaca”. La capacità immaginativa dei bambini e degli adolescenti, nei suoi libri, suggerisce anche a noi adulti la possibilità di porci delle domande e di vedere la realtà da altri punti di vista.
Uno degli incontri s’interroga su come cambia la letteratura per ragazzi. Ecco, dal vostro punto di vista come cambia?
Giovedì si tratterà di ragionare su un confronto tra due letterature, quella olandese e quella italiana. Abbiamo notato spesso che nei libri italiani c’è una sorta di senso di protezione verso i ragazzi, offrire loro delle soluzioni o almeno fargliele vedere, mentre nella letteratura nordica si tende di più a mettere il ragazzo di fronte alla sua responsabilità; senza trovare necessariamente un lieto fine, ma inserendo nella storia degli spiragli di speranza. Il lieto fine in questa letteratura spesso non è evidente, bisogna andarlo a cercare: anche questo significa dare una responsabilità ai ragazzi. Poi, dal mio punto di vista è difficile rispondere a una domanda sull’orientamento generale della letteratura per ragazzi. Posso dire che oggi ci appare molto centrata sui temi della difficoltà e della responsabilità, attraverso storie meno edificanti ma che gettano di più il ragazzo nella mischia; e che aprono alla possibilità di trovare possibili parole, immagini, personaggi attraverso cui raccontare le proprie di difficoltà. Si oscilla comunque fra libri di questo tipo e altri più edificanti, nel senso che offrono già una soluzione; sono libri che anche noi abbiamo proposto, ma che si rivelano un po’ meno interessanti, perché interpellano meno.
Info: www.storiecontrovento.ch.