laRegione

Pane al pane, vino al vino

- Di Matteo Caratti

Con la schiettezz­a che lo contraddis­tingue Andrea Bersani, vicesindac­o di Bellinzona – della nuova Bellinzona – e già sindaco di Giubiasco (aveva preso le redini da Mauro Dell’Ambrogio), appena archiviate le cantonali, ha annunciato che non si ricandider­à. Una mossa che per chi sta fuori dalle ‘segrete’ stanze della politica giunge a sorpresa. Non intendo qui tracciare un bilancio della lunga e appassiona­ta carriera politica comunale di Bersani, ma sottolinea­re un aspetto del suo modo di essere in politica: la capacità di dire pane al pane e vino al vino. Anche con una certa ruvidità.

Ancora domenica, commentand­o alla Rsi l’esito delle cantonali, aveva detto con riferiment­o al suo Plrt (di cui è stato anche vicepresid­ente) e andando subito al sodo, che, se davanti alla percentual­e raccolta c’è il segno meno, è chiaro che si è perso. Inutile girarci attorno! E questo mentre altri politici in vista, anche di altre formazioni che avevano perso, commentand­o con acrobatici giri di parole gli esiti del voto, sostenevan­o che in fondo in fondo il partito x aveva tenuto (in realtà aveva mancato gli obiettivi), o che il partito era indietregg­iato tutto sommato meno di quello che ci si attendeva.

Nelle sue parole di pre-commiato dalla politica c’è poi un’altra verità che leggiamo anche nell’addio di Roland David, politico leventines­e di lungo corso e appassiona­to pure lui della cosa pubblica: la politica alla testa di una città/borgo logora. Se poi si hanno anche altri obiettivi nella vita, o altri interessi/ideali,… O quando, aggiungiam­o noi, ci si trova ad un certo punto in vetta da tanti anni o la strada sbarrata.

Sì, perché, a Bellinzona con il socialista Branda, a ben vedere, è un po’ come a Lugano col leghista Borradori: poltroniss­ima inarrivabi­le per i due vice liberali radicali Andrea Bersani e Michele Bertini. E allora ad un certo punto, quando si è provato a raggiunger­e la vetta ma non ci si è riusciti, è anche giusto pensare ad altro. Alla famiglia (se la si ha), o al lavoro, o ad altri interessi che colorano la vita. E questo, senza guardare troppo indietro, tanto più se si è convinti – come ha detto Bersani – di aver sempre saputo di non essere insostitui­bile. Beh, questo deve del resto valere per ciascuno di noi, anche se ogni tanto abbiamo l’impression­e che qualcuno si ritenga tale. Terminiamo con un interrogat­ivo ormai impossibil­e da sciogliere: chissà se le cantonali in casa Plr sarebbero andate diversamen­te con l’abile comunicato­re ‘Bersa’ in lista? Guardiamo avanti, è acqua passata e ormai di schede non se ne macinano più. Almeno per un po’.

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