Trump vuole un Muellergate
Washington – Un tentato colpo di Stato, nientemeno. Cavalcando lo smarrimento provocato dal rapporto Mueller sul Russiagate (che non lo ha mandato assolto, ma sembra averlo fatto) Donald Trump ha rilanciato: a essere messa sotto inchiesta deve essere la stessa indagine dell’Fbi. Descritta appunto come un golpe fallito.
Incaricato della bisogna è il nuovo ministro della giustizia William Barr, che ha annunciato l’insediamento di un team per indagare “sulla genesi e la condotta delle attività di intelligence contro la campagna di Trump”, incluso un possibile spionaggio improprio. In pratica l’inquisitore diventa l’inquisito. “Spiare una campagna politica è un gran problema”, ha affermato l’attorney general, premuto dai democratici in una audizione al Senato. “Penso che ci sia stato spionaggio”, ha proseguito, assecondando le accuse di Trump.
La squadra investigativa risponderà alle eventuali domande lasciate irrisolte dall’indagine dell’ispettore generale del ministero, ormai vicina alla conclusione. L’obiettivo centrale è “chiarire” se ci furono irregolarità nell’iter che autorizzò l’Fbi ad intercettare Carter Page, consigliere della campagna di Trump sospettato di legami con Mosca. Il sospetto avanzato da Barr è che il Bureau abbia tenuto nascoste le carte, senza svelare il vero fine della sorveglianza. Nell’audizione, Barr ha fornito pochi dettagli sul rapporto, precisando che spera di renderlo noto la prossima settimana con omissis non discussi con la Casa Bianca e “rispettosi” del lavoro di Mueller. L’attorney general ha anche promesso che non celerà informazioni denigratorie su Trump, perché la tutela della reputazione di persone non penalmente incriminate nel Russiagate non si applica a chi ricopre una carica pubblica.