‘Buone notizie per la stabilità’
Tel Aviv – La vittoria elettorale di Benjamin Netanyahu è una buona notizia per la stabilità in Medio Oriente. L’altra è che la “soluzione dei due Stati è morta”. Lo sostiene Mordechai Kedar, analista del centro di Studi strategici Be-Sa (BeginSadat) dell’Università Bar Ilan di Tel Aviv. Con la sua conferma, ritiene Kedar, “Israele continua ad apparire come uno Stato pericoloso, e forte”. Una immagine che da sola vale già da deterrente. Con in più, l’imminente presentazione del presunto accordo del secolo, elaborato da Jared Kushner, genero di Trump. Secondo Kedar, è probabile che Netanyahu lo accolga in principio, ma con una serie di riserve, per guadagnare punti con Trump, “saranno poi gli arabi a respingerlo e Netanyahu ne uscirà comunque indenne”.
Nei giorni scorsi Netanyahu aveva evocato la possibilità di annettere parte della Cisgiordania (la Giudea-Samaria) e Kedar se ne compiace: “Spero molto che lo faccia, perché ciò aprirebbe la strada alla realizzazione del mio progetto per la costituzione di otto emirati palestinesi”. "La soluzione dei Due Stati, ritiene infatti l’analista, è morta: “Uno Stato palestinese nascerebbe comunque morto, senza futuro. Sarebbe condannato al fallimento, a causa della eterogeneità della società palestinese”. Senza considerare che “rappresenterebbe un pericolo grave per la sicurezza di Israele, anche perché rischierebbe sempre di passare sotto il controllo di Hamas”. Kedar suggerisce piuttosto la costituzione di otto“cittàStato” o emirati palestinesi ciascuno dei quali manterrebbe rapporti separati con Israele.
Se dunque, come Netanyahu ha anticipato, Israele annetterà poi aree agricole della Cisgiordania andrà appunto nella direzione di quella soluzione che, secondo Kedar, è l’unica comunque che possa offrire stabilità alla Regione e benessere ai palestinesi. “È lecito allora essere ottimisti”. Ed ecco spiegato perché, e grazie a chi, Netanyahu ha vinto.