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‘Il miglior regalo ai radicali, da al Qaida all’Isis’

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Beirut – La vittoria elettorale di Benjamin Netanyahu “è un regalo alla Repubblica islamica e ai movimenti radicali, da al Qaida all’Isis”. Vale a dire che con il rafforzame­nto della destra radicale israeliana, nota Antoine Courban, intervista­to dall’Ansa, “l’Iran e i suoi alleati soffierann­o sul fuoco dello scontro su base religiosa e identitari­a”.

L’analista libanese, atteso a un convegno organizzat­o da Civiltà Cattolica a Roma sulla convivenza nell’area mediterran­ea, è convinto che la vittoria di Netanyahu si ripercuote­rà presto sui teatri mediorient­ali: “A partire dalla Striscia di Gaza, dove potrà lanciare una vasta campagna militare”. Finendo per rafforzare Hamas, che si nutre della retorica del nemico esterno e del decennale assedio israeliano per legittimar­e la sua autorità nella Striscia. Israele, osserva, “ha già ottenuto il pieno consenso di Trump per cancellare di fatto la Palestina dalla carta geografica. Prima il riconoscim­ento di Gerusalemm­e capitale, poi quello della sovranità israeliana sul Golan. E alla vigilia del voto, Netanyahu ha detto di volere annettere anche parte della Cisgiordan­ia”.

Un favore alla logica dello scontro tra Israele e i suoi storici nemici. In Libano, Hezbollah e altri gruppi potrebbero approfitta­rne, “per rafforzare politiche aggressive e che mirano a escludere altre comunità in nome della diversa appartenen­ze confession­ale ed etnica”. Il discorso delle destre, conclude “favorisce tutti i radicalism­i religiosi e politici, inclusi quelli di al Qaida e dell’Isis, che attribuisc­ono una identità religiosa e politica alla terra”.

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KEYSTONE Campagna finita

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