Sul ‘cammino del socialismo’ cubano il mercato entra nella Costituzione
L’Avana – “L’irrevocabile cammino verso il socialismo” cubano passa dal mercato. Con giudizio, naturalmente. Ma da ieri, il principio è nella legge fondamentale dello Stato, entratovi con l’approvazione definitiva della nuova Costituzione al termine di un processo durato dieci mesi.
Raúl Castro, primo segretario del Comitato centrale del Partito comunista cubano, ha sottolineato che il nuovo testo è coerente con “le aspirazioni di quanti per oltre 150 anni hanno lottato per una Patria indipendente, sovrana e socialmente giusta”.
Dopo una prima approvazione nel luglio scorso da parte dell’Assemblea nazionale, la Costituzione, che sostituisce quella del 1976, è stata discussa in assemblee popolari e poi sottoposta ad un referendum il 24 febbraio scorso. Il nuovo testo è stato approvato da 6,8 milioni di cubani (86,85% del corpo elettorale). I no furono oltre 700mila (8,11%); poco più del 5 per cento, i voti bianchi, nulli e le astensioni. Fra le novità più rilevanti introdotte dal nuovo testo, l’ampliamento e rafforzamento del settore privato, compresi gli investimenti stranieri, a partire dalla menzione dei soggetti che possono intervenire, che siano individui o organismi giuridici.
L’economia privata trova quindi legittimità accanto ad altre forme di proprietà, come quella statale e cooperativa. Una proprietà privata, che in alcuni settori e categorie resta soggetta al controllo statale.