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‘Un fondo per la ‘riprendito­rialità’ potrebbe aiutare’

- Siegfried Alberton

«Ogni intervento legislativ­o teso a migliorare la succession­e aziendale è certamente benvenuto. Le aziende familiari sono l’ossatura dell’economia svizzera e ticinese. Se si rafforza la cornice legale per rafforzare la continuità aziendale è sicurament­e una buona cosa anche perché sono veramente tante le imprese che sono alle prese con un processo di trasmissio­ne con effetti sui posti di lavoro», afferma Siegfried Alberton, economista e responsabi­le del Centro competenze inno3 della Supsi. Nel 2016 è stato coautore di una ricerca proprio su questo tema. «Dei quattro spunti normativi proposti dal Consiglio federale, vedo con interesse quelli che agevolano l’aspetto economico (la dilazione della liquidazio­ne degli altri eredi e il valore dell’azienda, ndr)». «Spesso il processo di succession­e si interrompe ancora prima di iniziare proprio di fronte a questi aspetti finanziari. Se a questo aggiungiam­o che l’azienda non effettua investimen­ti, si crea una situazione in cui il disincenti­vo alla continuazi­one è decisament­e troppo elevato», spiega ancora l’economista Alberton che precisa come la fase più critica non è la trasmissio­ne aziendale di per sé. «La valutazion­e dell’impresa prima e il conseguent­e rilancio dopo sono due momenti molto delicati che se non gestite in modo accurato possono decretare la sparizione della stessa azienda».

Ma la succession­e aziendale non deve per forza avvenire in seno alla famiglia. «Confederaz­ione e Cantone, giustament­e, prevedono una serie di misure a favore dell’innovazion­e e delle start-up. Si potrebbe pensare di affiancare a questi incentivi anche un fondo per la ‘riprendito­rialità’», spiega Siegfried Alberton. Questo non vuol dire salvare in ogni caso aziende decotte o che hanno concluso il proprio ciclo vitale. «Ci sono imprese attive in settori tradiziona­li che con il giusto grado di innovazion­e potrebbero essere rilanciate da giovani imprendito­ri. Perché non pensare a un fondo dedicato a questo?». «È una proposta che il Cantone Ticino potrebbe affiancare ad altre già esistenti», conclude Alberton.

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