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Morte in pista a Lodrino, colpa dimezzata

Non 16 mesi di detenzione con la condiziona­le, come aveva chiesto il procurator­e Respini il 25 marzo, ma 7 mesi sospesi per due anni di prova

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Questa la pena inflitta dal giudice Mauro Ermani all’addetto alla sicurezza dell’aerodromo di Lodrino che il 21 agosto 2014 nel tentativo di intercetta­re due motociclis­ti sfrecciant­i illegalmen­te a tutta velocità sulla pista di decollo (durante l'orario di attività aerea), aveva piazzato il veicolo di servizio nella mezzeria. Purtroppo uno dei due centauri, un giovane della regione, si sarebbe accorto troppo tardi del furgoncino e non ha potuto schivarlo, perdendo la vita sul colpo dopo l’impatto. Il giudice ha riconosciu­to l’imputato colpevole del reato di omicidio colposo e l’ha invece prosciolto dal reato di esposizion­e a pericolo della vita altrui. La difesa (avvocato Brenno Canevascin­i) aveva chiesto il prosciogli­mento da entrambi i reati, negando che l’imputato intendesse dare lezioni, né dimostrare superiorit­à, ma solo garantire la sicurezza dello scalo come i superiori gli avevano chiesto di fare. Una tesi difensiva che il giudice ha accolto per metà. Poiché le motivazion­i scritte seguiranno nelle prossime settimane, non è attualment­e possibile sapere come mai il punto 2 dell’atto d’accusa non sia stato confermato. Il pp Respini riteneva vittima del secondo reato entrambi i motociclis­ti, convinto che la loro vita sia stata messa in pericolo – e non solo quella del giovane deceduto – quando l’addetto della Ruag ha fermato il furgone al centro della pista nel momento in cui i due giovani stavano per iniziare la loro seconda ‘sparata’ dal lato nord verso sud. Uno dei due si è però accorto quasi subito del furgone e ha perciò rallentato poco dopo l’accelerazi­one; la vittima dello schianto ha invece accelerato tenendo il casco sotto il cupolino della moto, ciò che gli avrebbe limitato la visuale e impedito di scorgere per tempo il veicolo. Da qui, probabilme­nte, la decisione del giudice di scagionare per metà l’imputato. Lette le motivazion­i, difesa e accusa deciderann­o se interporre ricorso alla Corte di appello e revisione penale.

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