L’orizzonte che ci aspettavamo
Unendo radiotelescopi in tutto il mondo, è stata scattata la prima foto di un buco nero
L’abbiamo fotografato. E se l’immagine può a prima vista deludere – poco più di un alone –, pensiamo che è l’immagine di un oggetto che sta a 55 milioni di anni luce dalla Terra, distanza che a metterla in chilometri prenderebbe tutta una riga di questo articolo. Soprattutto, pensiamo che è un oggetto, ammesso che lo si possa definir tale, invisibile: nulla esce da un buco nero, nemmeno la luce, perché la sua enorme forza di gravità cattura tutto e non lascia sfuggire niente, né materia né radiazione. Nei termini della fisica classica, la velocità di fuga (quella oltre la quale la gravità di un corpo non ci catturerà più; per la Terra siamo sui 40mila chilometri orari) di un buco nero è infatti superiore a quella luce, la massima possibile. O, nei termini della relatività generale, il buco nero piega lo spazio-tempo, come i fogli di carta che poi vengono passati da parte a parte da una penna nella classica scena vista in tanti film di fantascienza.
Già, la fantascienza: includendovi anche le “rappresentazioni artistiche” dei vari enti di ricerca, finora era l’unico modo per vedere un buco nero con il suo orizzonte degli eventi, suggestivo termine che indica il limite oltre il quale nulla torna indietro, nessuna informazione può più raggiungerci. Infatti quella ottenuta dal progetto internazionale Eht (Event Horizon Telescope) è, più propriamente, un’immagine dell’ombra del buco nero, della luce che viene deviata dalla gravità del buco nero ma, non superando l’orizzonte degli eventi, alla fine arriva a noi. Luce o meglio radiazione elettromagnetica, perché l’Eht utilizza radiotelescopi, le gigantesche parabole posizionate in luoghi isolati per captare le onde radio emesse da oggetti nello spazio. E per osservare il buco nero distante 55 milioni di anni luce – al centro della galassia M87 – è stato necessario sincronizzare singoli osservatori di tutto il mondo come se fossero un unico radiotelescopio incredibilmente preciso.
Ed ecco l’orizzonte degli eventi del buco nero supermassiccio di M87: è più o meno come ce lo si aspettava dai calcoli e dalle teorie scientifiche. Il che significa non solo che quei calcoli e quelle teorie sono confermati, ma anche che disponiamo di un nuovo strumento per esplorare il cosmo.