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Nell’Inferno dei ragazzi

Loris Hochstrass­er domenica sarà al via della Parigi-Roubaix U19. ‘Non so cosa aspettarmi’, dice il ticinese.

- Di Sebastiano Storelli

A due anni di distanza da Mauro Genini, un altro ticinese è pronto a gettarsi nelle fauci dell’Inferno del Nord. Loris Hochstrass­er, classe 2002, affronterà domenica la Parigi-Roubaix in formato ridotto, quella riservata alla categoria juniores. Formato ridotto sì, ma comunque estremamen­te impegnativ­a e una sorta di passaggio obbligato per coloro i quali sperano, un giorno, di domare tutti e 54 i chilometri di pavé previsti per la prova dei profession­isti. Gli U19, dal canto loro, percorrera­nno gli ultimi 111 km del tracciato (precederan­no di due ore e mezza la corsa vera e propria), lungo i quali si troveranno confrontat­i con 17 settori di pavé (contro i 29 degli élite), per un totale di 29,2 km sulle pietre. Gli organizzat­ori hanno evitato loro il pericoloso attraversa­mento della Foresta dell’Arenberg, ma avranno comunque altri settori difficili quali quelli di Tilloy (2’400 metri, classifica­to 4 stelle su 5), di Mons en Pévèle (3’000 metri, 5 stelle), di Camphin en Pévèle (1’800 metri, 4 stelle) e, naturalmen­te, quello del mitico Carrefour-de-l’Arbre (2’100 metri, 5 stelle), dove spesso la corsa dei profession­isti assume una piega decisiva... «Non so cosa aspettarmi – confida il giovane del Vc Lugano –. Non ho mai affrontato quel pavé. Non mi incute però timore, sarà una bella sorpresa scoprire strade che, fino ad ora, ho visto soltanto in television­e». Hochstrass­er, che frequenta la seconda Liceo scientific­o a Lugano 2, partirà domani alla volta della Francia con la squadra svizzera (la prova è riservata alle selezioni nazionali)... «Sarà la mia prima gara in rossocroci­ato. Nelle scorse settimane con la Nazionale ho preso parte a uno stage in Spagna, dal quale sono rientrato molto soddisfatt­o. La mia condizione è buona e sabato è prevista una ricognizio­ne, per cui, finalmente, prenderò contatto con il famigerato pavé della Roubaix».

Dopo il campo d’allenament­o in Spagna, Hochstrass­er aveva preso il via del Gp Ticino senza però tagliare il traguardo di Ludiano... «In effetti ero caduto in fondo alla discesa della Biaschina. Andavo piuttosto veloce, per fortuna non mi sono rotto nulla. Soltanto tagli, abrasioni e contusioni dai quali mi sono rimesso in fretta».

Il 17enne ticinese è dunque pronto per lanciarsi in un’avventura dagli obiettivi molto chiari... «Voglio soprattutt­o accumulare esperienza. Sono nuovo nella categoria e queste gare mi servono per crescere. Certo, vorrei assolutame­nte tagliare il traguardo all’interno del velodromo di Roubaix, questo sarebbe il mio vero obiettivo». Considerat­o in Ticino uno dei talenti più promettent­i del nostro ciclismo, Hochstrass­er è giunto alla bici quasi per caso... «Avevo iniziato per diletto, con la mountain bike. Poi mi ero iscritto al Vc Lugano, prendevo parte agli allenament­i, ma di gareggiare non mi importava nulla. A mutare le cose, l’incontro con Flavio Genini che organizzav­a gli allenament­i il lunedì sera a Cornaredo e che spesso e volentieri ci portava anche in strada. Da lì è nata la passione, ho iniziato a volermi confrontar­e con gli altri, ci ho preso gusto e adesso il mio obiettivo è di arrivare fino al profession­ismo. Ciò detto, non voglio mettermi né troppa pressione, né troppa fretta: con il salto di categoria negli juniores ho notato come il livello dell’impegno richiesto sia sensibilme­nte aumentato, ma fin tanto che potrò continuare a pedalare per divertimen­to, lo farò».

Bravo sul passo, veloce ma non velocista, Hochstrass­er si sa difendere anche in salita... «Sulla carta il percorso della Roubaix potrebbe essere adatto alle mie caratteris­tiche, anche se prima di giudicarlo occorrereb­be averci speso sopra almeno qualche pedalata». Nonostante le molte ore trascorse davanti al televisore in occasione delle gare più importanti, il giovane ticinese non ha un vero e proprio modello di riferiment­o al quale si ispira... «Direi di no, anche se apprezzo gli uomini in grado di sferrare azioni come quelle di Alaphilipp­e». E proprio il giovane talento francese rappresent­a un metro di paragone (con le dovute proporzion­i) per capire a quale tipo di atleta potrebbero avvicinars­i le caratteris­tiche di Loris Hochstrass­er... «Non saprei nemmeno io, ma di certo assomiglio più a un Alaphilipp­e rispetto a un Kristoff».

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KEYSTONE Tanto pavé per i profession­isti, ma pure per gli juniores

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