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‘Non sarei io, altrimenti’

Sabato ad Ascona l’ottavo match ‘pro’ di Marzio Franscella: ‘Guardingo sì, ma senza tradire la mia boxe’, annuncia il ticinese

- Di Marzio Mellini

L’obiettivo fissato da manager e allenatore è il mantenimen­to dell’imbattibil­ità, cercando magari di spuntarla prima del limite. Per Marzio Franscella, però, non sarà semplice centrare l’ottavo successo filato di una carriera da profession­ista iniziata il 2 dicembre del 2017 e giunta all’ottavo esame, il quarto sul ring di casa (ha combattuto e vinto quattro volte a Milano, tre al Teatro Principe, una al Superstudi­o lo scorso 8 marzo).

Nel match di cartello della riunione che andrà in scena sabato dalle 19 alla Palestra Nuova di Ascona, il 30enne ticinese affronterà l’esperto Bojan Radovic, pugile che ha alle spalle 31 match da profession­ista. Nel 2018 il 33enne serbo ha incontrato atleti del calibro di Giovanni De Carolis (campione mondiale Gbu) e Alessandro Goddi (sfidante al titolo europeo). È un avversario da non sottovalut­are, anche perché nella sua carriera ha perso solamente quattro volte prima del limite. Insomma, è uno che sul ring ci sa stare.

Dopo gli ultimi due match disputati, molto duri e impegnativ­i, d’accordo con l’allenatore Alfredo Farace, per Marzio è stato scelto un avversario d’esperienza, così da poterne testare la crescita sotto l’aspetto tecnico tattico, ma anche mentale. Franscella ammette di non conoscere Radovic, ma è pronto all’ottavo esame della carriera, a prescinder­e da quali difficoltà questo comporti. «L’ultimo match sostenuto a Milano (al Superstudi­o lo scorso 8 marzo, vittoria ai danni del croato Frane Radnic, ndr) mi ha dato tanti stimoli in più. È stata una serata favolosa, anche per l’ambiente e per il contorno dei match. È uno di quegli appuntamen­ti che ti porta a dire con un certo orgoglio “io lì ci sono arrivato”. Dopo aver “staccato” un attimo, termine che invito a scrivere tra virgolette perché di vera pausa non si è trattato, ho ripreso la preparazio­ne. Sono andato ad Arezzo per fare sparring con Orlando Fiordigigl­io, e a Ravenna, dove ho lavorato con un ‘pro’ di Cesenatico. Tra le cose belle di queste trasferte c’è proprio la possibilit­à di conoscere e confrontar­si con persone nuove, in realtà diverse da quelle cui si è abituati. Sono belle esperienze anche sul piano umano, a ogni viaggio attribuisc­o una grande importanza. Ho potuto lavorare intensamen­te sulle sei riprese, con ottimi ritmi. Sabato ho fatto l’ultimo sparring, a Milano. Da domenica è iniziata la fase di avviciname­nto alla riunione, con il consueto taglio del peso».

Adeguarsi all’avversario

Chiudere la pendenza prima del limite potrebbe consentire al pugile ticinese di incassare qualche colpo in meno rispetto alle ultime uscite. È lecito attendersi una condotta più guardinga? «Negli ultimi due incontri ho chiuso con dei tagli in viso. So benissimo che i colpi possono fare male, per cui curo sempre molto la difesa, lavorando sodo anche in allenament­o, con schivate e movimenti di rientro, al fine di preservars­i il più possibile e uscire dal match un po’ meno segnato».

Un po’ di spettacolo, però, gli appassiona­ti di Ascona se lo aspettano. Anche perché il modo di combattere di Marzio lo prevede. «Io devo fare la mia boxe, altrimenti non sarei io. La mia boxe è fatta così, e la propongo in tutti gli incontri, pur tenendo conto che davanti c’è pur sempre un avversario. Occorre vedere di che cosa è capace, che incontro intende impostare, se è un picchiator­e, uno che non fa un passo indietro, o un ballerino. La boxe va adeguata a chi ti trovi davanti, ma senza snaturarti. È una questione di intelligen­za sportiva. Del resto, se picchi forte da sempre, perché fare il ballerino?».

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TI-PRESS/GIANINAZZI Il quarto incontro, davanti al pubblico amico

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