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Politica sempre meno ‘giovane’

L’inchiesta easyvote: circa la metà degli studenti non parteciper­à alle elezioni federali

- Di Fabio Barenco

Molte persone tra 15 e 25 anni pensano che il parlamento non prenda decisioni importanti per loro e non si identifica­no in alcun partito

Cresce il distacco tra giovani e politica: sono sempre di più gli studenti che affermano di non voler partecipar­e alle prossime elezioni federale di ottobre. E questo perché molti non si identifica­no in alcun partito e la maggior parte pensa che il parlamento non prenda decisioni importanti per la loro vita quotidiana. Lo rivela il nuovo monitor politico di easyvote svolto dall’istituto gfs.bern per conto della Federazion­e svizzera dei parlamenti dei giovani (Fspg) che, in una nota diffusa ieri, giudica i risultati dell’inchiesta “molto preoccupan­ti”. Secondo la ricerca, solo il 25% degli allievi tra i 15 e i 25 anni ha affermato di voler partecipar­e “sicurament­e” alle elezioni federali di quest’anno. Il 27% ha poi indicato che “probabilme­nte” andrà a votare. Rispetto a quattro anni fa sono aumentati del 14% coloro che tendenzial­mente o di sicuro non si recheranno alle urne. Per la Fspg “i giovani sono ben consapevol­i dell’importanza della partecipaz­ione politica all’interno di una democrazia”, si legge nella nota. E questo si nota in particolar­e per quei temi “che li riguardano direttamen­te”, come la parità dei diritti o l’ambiente. Ma visto che la politica tratta soprattutt­o anche altre questioni “i giovani hanno difficoltà a vedere la politica come rilevante nella loro vita quotidiana”. Stando allo studio, gli stessi politici e gli insegnanti dovrebbero impegnarsi maggiormen­te a far capire ai giovani adulti che la politica tocca anche concretame­nte molte persone. La poca importanza attribuita alla politica da parte degli studenti è anche riconducib­ile al fatto che il 47% di loro ritiene che nessun partito risponda ai loro interessi. Inoltre solo l’11% afferma di sentirsi motivato da queste figure. Celebrità, docenti e genitori sembrano invece ottenere risultati migliori. Gli intervista­ti appartengo­no, secondo gli autori della ricerca, alla cosiddetta “Generazion­e Z”: ovvero quei giovani per i quali “la presenza quotidiana ed estesa di internet ha avuto un impatto sulla loro vita sin dalla nascita”. Il web permette di informarsi in modo globale e quasi la metà degli intervista­ti si è infatti detta interessat­a alla politica estera. Non sorprende quindi che l’elezione di Donald Trump quale presidente degli Stati Uniti risulta essere “l’evento politico più significat­ivo”. Il 42% ritiene poi la migrazione e l’asilo argomenti interessan­ti. Seguono l’uguaglianz­a di genere e le politiche ambientali ed energetich­e. I ricercator­i ricordano che il sondaggio è stato effettuato nell’autunno del 2018 e che quindi attualment­e l’ambiente potrebbe aver guadagnato di importanza, visti i numerosi scioperi per il clima. Resta il fatto che il monitor politico mostra che negli ultimi quattro anni gli alunni tendono a informarsi sempre meno. E questo è un grave problema per la democrazia diretta, dove una decisione di voto deve fondarsi su “solide basi”. In particolar­e a diminuire costanteme­nte sono gli studenti che consultano i canali classici come giornali, tv o radio. E questo “non può essere compensato da nuovi media” come Youtube, Instagram, Twitter o Facebook in qualità di fonte di informazio­ne. Per gli autori dello studio “è necessario trovare nuove forme e nuovi mezzi per raggiunger­e i giovani adulti”. Ed è proprio questo lo scopo della piattaform­a web di informazio­ne easyvote, ricorda la nota.

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