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Cardiocent­ro, Falò e i conti in tasca ai Moccetti

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“Pensare di comprarmi offrendo a mio figlio 5 anni in più da direttore è un piatto di lenticchie avvelenato. Erano le lenticchie di Esaù che ho rifiutato e la mia storia personale profession­ale mi impone di rifiutare”, parole di Tiziano Moccetti, primario di Cardiologi­a e direttore del Cardiocent­ro. La replica di Paolo Sanvido, presidente del CdA dell’Ente ospedalier­o cantonale (Eoc): “Se tu dici che garantire a qualcuno un posto di lavoro fisso, per 5 anni, con degli stipendi fuori regola da quelli dell’Eoc, lo chiami un piatto di lenticchie, io lo trovo un insulto per tanti ticinesi in disoccupaz­ione”. Il botta e risposta s’innesca nella diatriba in vista della fine del 2020 e dello scioglimen­to della fondazione Cardiocent­ro e dell’ospedale del cuore che, con il suo patrimonio, dovrà confluire all’Eoc come prevede la convenzion­e siglata 25 anni fa. Il passaggio dovrà essere di competenza di tutto il Consiglio di Stato, come chiesto da Manuele Bertoli (cfr. a pag. 3). La trasmissio­ne Falò, ieri sera, ha ripercorso la vertenza, dalla convenzion­e all’iniziativa Grazie Cardiocent­ro. E ha snocciolat­o i guadagni della famiglia Moccetti basati sulla media degli stipendi annuali del periodo 2012-2018 forniti dal Cardiocent­ro: il professore, primario di cardiologi­a ed ex direttore sanitario ha un salario di 745mila franchi, più i proventi dell’attività indipenden­te. Poi c’è il figlio Marco, medico e caposerviz­io: 268mila franchi. L’altro figlio, Dante, direttore amministra­tivo, ha invece un salario di 357mila franchi. Salari fuori scala e nettamente al di sopra di quelli percepiti dai direttori degli ospedali ticinesi. Fanno discutere pure i mandati profession­ali attribuiti a membri del Consiglio di fondazione: al presidente Giorgio Giudici sono andati 70mila franchi per prestazion­i del suo studio di architettu­ra, lo studio legale di cui è co-titolare Giovanni Jelmini ha fatturato 150mila franchi. Durante la trasmissio­ne Jelmini e Tiziano Moccetti hanno ribadito che la famiglia sarà fuori gioco dal 2021. Il Cardiocent­ro è una fondazione privata ed è finanziato anche con i soldi dei cittadini: il 55% dal Cantone e il 45% dalle assicurazi­oni. Ogni anno il Cantone versa alla clinica circa 28 milioni, le casse malati 22. E i conti del Cardio, stando ai dati dell’Ufficio federale della sanità, da dieci anni registrano perdite costanti, per un totale di 35 milioni di franchi nel decennio 2008-2017.

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