Il post-carriera spaventa, bisogna... lavorarci
Da metà febbraio Daniele Russo lavora presso la Federazione ticinese di calcio, ma già quando nell’estate 2017 era passato dal Winterthur (Challenge League) all’Acb (Promotion), al calcio aveva voluto (dovuto) affiancare altro... «Un mese dopo il mio ritorno in Ticino ho trovato un impiego – spiega il difensore 33enne, di formazione impiegato di commercio –. Poi, dopo una pausa di un paio di mesi, ho effettuato uno stage presso la Ftc, dove sono stato definitivamente assunto a febbraio. Mi occupo prevalentemente di compiti di segretariato e mi trovo molto bene. Sono contento, perché pur lavorando in orari di ufficio come tutti gli altri, l’impiego presso la Ftc mi permette di portare avanti entrambe le attività senza troppi problemi, anche se devo ammettere che le giornate sono davvero lunghe». Certo che rispetto agli anni da professionista (in particolare a San Gallo e a Lugano, ma anche nella sua prima parentesi a Bellinzona) la situazione è ben diversa, ma non nuova... «Effettivamente è stato un bel cambiamento e se prima il calcio rappresentava la parte principale della mia vita, adesso la situazione si è invertita, con l’ambito lavorativo che è evidentemente fondamentale non solo per il presente ma anche in chiave futura, visto che mi seguirà fino al pensionamento. Ammetto che quando ero professionista pensavo spesso al post-carriera, ma visto che un po’ mi spaventava scacciavo subito il pensiero per non affrontare il problema. Fortunatamente però già prima di diventare calciatore avevo lavorato per quattro anni, per cui sapevo a cosa andavo incontro e ci sono arrivato preparato». SC