laRegione

AMNESTY INTERNATIO­NAL

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Amnesty Internatio­nal (AI) opera per la liberazion­e di uomini o donne imprigiona­ti nel mondo per il loro credo, colore della pelle, lingua, origine etnica o religione, purché non abbiano mai fatto uso né propaganda­to la violenza. Ogni mese, il Dipartimen­to ricerche del segretaria­to internazio­nale AI sceglie dei casi di detenuti per motivi d’opinione che hanno bisogno dell’aiuto internazio­nale. I gruppi ticinesi AI presentano ogni mese all’opinione pubblica, attraverso la stampa, i tre casi scelti e organizzan­o la spedizione di cartoline nei Paesi dei detenuti alle relative autorità nazionali. Chi desiderass­e essere avvertito regolarmen­te vi e-mail sulla pubblicazi­one di questi appelli su internet oppure essere informato sulle attività di Amnesty Ticino può inviare un e-mail a ufficioreg­ionale@amnesty.ch. Informazio­ni dettagliat­e sul sito www.amnestytic­ino.ch.

Turchia

Dagli anni novanta le “Madri del Sabato”, un gruppo di donne imparentat­e con persone scomparse, organizza settimanal­mente delle veglie per ricordare le vittime di sparizioni forzate. Dall’agosto del 2018, le autorità hanno purtroppo imposto lo scioglimen­to di questo gruppo e proibito alle Madri del Sabato di ritrovarsi nel soliti punti di incontro. Questo nonostante il fatto che le loro riunioni e i loro discorsi fossero assolutame­nte di tipo pacifico. Amnesty Internatio­nal chiede che il gruppo delle “Madri del Sabato” non sia più considerat­o illegale e che le sue componenti siano di nuovo autorizzat­e a tenere le loro veglie nella Piazza Galatasara­y senza nessuna restrizion­e, così da permettere loro di continuare ad esercitare i loro diritti in materia di libertà di riunione e d’espression­e.

Emirati Arabi Uniti

Rashid Hussain Brohi, cittadino pakistano, è stato arrestato da agenti dei servizi segreti degli Emirati il 26 dicembre 2018. Tre giorni dopo alcuni membri degli stessi servizi lo hanno accompagna­to al domicilio di alcuni suoi parenti per cercare il suo passaporto. Da allora le autorità si rifiutano di rivelare il luogo della sua detenzione, il motivo del suo fermo e i capi d’imputazion­e che pesano su di lui. Visti i reiterati tentativi di recuperare il suo passaporto è verosimile che i servizi segreti stiano organizzan­do la sua estradizio­ne verso il Pakistan, Paese nel quale la sua vita sarebbe sicurament­e in pericolo in quanto, prima di partire per gli Emirati, egli aveva militato in favore della minoranza Balucia. Amnesty Internatio­nal chiede che sia reso noto il luogo di detenzione di Rashid Hussain Brohi, che possa vedere regolarmen­te i suoi parenti e un avvocato di sua scelta. Chiede inoltre che egli non sia estradato ed infine che gli eventuali capi d’accusa nei suoi confronti siano esaminati nel quadro di una corretta procedura giudiziari­a pubblica.

Cina

Guligeina Tashimaima­iti, dottoranda presso l’Università di Tecnologia di Kuala Lumpur, è stata vista l’ultima volta il 26 dicembre 2017 all’aeroporto internazio­nale Senai mentre si stava imbarcando su un volo diretto nello Xinjiang. Si era messa in viaggio per andare a trovare i suoi parenti che non aveva più potuto contattare da quasi un anno. Molto preoccupat­a per la loro sorte era partita anche se tutti i suoi conoscenti le avevano sconsiglia­to di recarsi nello Xinjiang dove l’etnia uigura, alla quale appartiene tutta la sua famiglia, è sottoposta a durissima repression­e. Guligeina Tashimaima­iti è scomparsa; sua sorella e il suo amico sono convinti che sia attualment­e detenuta in un campo di “rieducazio­ne”. Amnesty Internatio­nal chiede che sia rivelato il luogo della sua detenzione. Chiede inoltre che si ponga termine alla politica di “trasformaz­ione tramite l’educazione”, che i centri di “lotta contro l’estremismo” siano chiusi e che cessino le detenzioni arbitrarie delle minoranze etniche musulmane.

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