laRegione

Visione concertata per lo sviluppo del Ticino

- Di Glauco Martinetti, Presidente Cc-Ti

Abbiamo un tessuto produttivo dinamico, innovativo e ben equipaggia­to per una sfida vincente nei nuovi scenari prefigurat­i dall’economia digitale. A patto, però, che ci si scrolli di dosso quel masochismo cantonale che fa vedere, o fa credere, tutto nero, che ci si liberi da pericolosi desideri di chiusura e si guardi con più fiducia alle nostre imprese. Certezza del diritto, rafforzame­nto delle condizioni quadro, difesa della libertà imprendito­riale: ecco cosa si aspetta il mondo imprendito­riale dal nuovo governo e dal nuovo parlamento cantonale. Checché se ne dica, la nostra economia è sana e in crescita. Certo, ci sono, delle distorsion­i che vanno corrette, dei problemi da risolvere. Ma questo non può sminuire un successo frutto del continuo impegno dei nostri imprendito­ri che, anche in tempi difficili, hanno investito per innovare e salvaguard­are la competitiv­ità delle aziende, e del grande senso di responsabi­lità dimostrato dai loro dipendenti. Sono queste le premesse su cui ragionare per progettare il futuro di un Cantone che ha davanti a sé enormi potenziali­tà. Da Nord a Sud si vanno schiudendo per il Ticino nuove opportunit­à, con l’adesione alla Greater Zurich Area e il possibile collegamen­to allo Switzerlan­d Innovation Park Zurich, mentre a due passi da noi, a Milano, sta sorgendo il Mind, uno dei parchi scientific­i più importanti d’Europa. Da parte nostra possiamo contare anche su centri di eccellenza internazio­nale: l’Istituto dalle Molle di Studi sull’Intelligen­za Artificial­e, il Centro Nazionale di Calcolo Scientific­o, l’Istituto di Ricerche in biomedicin­a, l’UsiI, la Supsi e sul nuovo polo tecnologic­o di Ubs a Manno. Beneficiam­o di condizioni positive irripetibi­li, sta a noi sfruttarle. Siamo nel crocevia europeo dell’innovazion­e, un’occasione storica per la crescita del Cantone che non possiamo perdere. Come Cc-Ti non possiamo, quindi, che rinnovare il nostro appello al dialogo e alla collaboraz­ione tra aziende, sindacati, associazio­ni di categoria, politici e governo per lavorare assieme su una visione concertata dello sviluppo del Paese.

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