Un Salone che gioca con il mondo
Il tema di quest’anno ci ricorda qualcosa, ma non crediamo che Nicola Lagioia l’abbia soffiato a Damiano Realini. ‘Il gioco del mondo’, inteso come inno alla vita, al superamento delle crisi e delle contraddizioni contemporanee, è il titolo datosi dal Salone del Libro, la cui 32esima edizione è in programma dal 9 al 13 maggio. Superate incertezze, inquietudini e competizioni lanciate da Milano, il Salone vuole mostrare così di avere radici forti, di essere ormai un patrimonio. «Altre manifestazioni di questa portata non esistono», sottolinea il direttore Nicola Lagioia, che invita le istituzioni a investirci «di più e meglio». In modo da garantire alla manifestazione, aggiunge il presidente del Circolo dei Lettori Giulio Biino, «un futuro senza più incertezze». Ieri, in prima fila alla presentazione del ricco programma c’erano solo politici, esponenti del mondo economico e bancario, giornalisti... È rivolto a loro l’appello dei vertici del Salone, che in questi anni ha affrontato numerose peripezie per rimanere in vita e battere la concorrenza delle città, in testa Milano, che hanno cercato di portarselo via. «Se davvero pensate che il lavoro che abbiamo fatto non vada sprecato, sosteneteci», sottolinea Biino. Il programma, mai come quest’anno, promette di aprirsi a ogni genere di pubblico. Dai più giovani, a cui strizza l’occhio l’anima pop della kermesse, ai lettori impegnati. L’obiettivo è quello di «un’alleanza tra generazioni», capace di mettere insieme una rosa di mostri sacri della letteratura mondiale. Da Fernando Savater, che tiene una lectio sull’Europa nella serata inaugurale, a Wole Soyinka, Nobel per la letteratura 1986 (che sarà anche a Chiasso); dallo scrittore irlandese Colum McCann alla svedese Camilla Läckberg; da Luis Sepúlveda a Giancarlo De Cataldo e José Muñoz, passando per Jovanotti, invitato come “lettore” a parlare di libri e scrittori. Nessun Paese ospite quest’anno, ma una lingua, lo spagnolo, che attraversa incontri e presentazioni, con un programma realizzato insieme all’Instituto Cervantes e agli Istituti italiani di cultura di Madrid e Buenos Aires. Grande spazio anche a fumetto, a cinema e autori musicali, come Achille Lauro, Frankie Hi-nrg Mc e Danny Goldberg, ex manager dei Nirvana, chiamati a parlare di lingua italiana, parlata, cantata, scritta. Da segnalare anche una sezione dedicata a Primo Levi e l’incontro con i finalisti del premio Strega Europa: Catherine Dunne, David Diop, Robert Menasse, Jeanne de Salzman e Leonard Pfeijffer. Ansa/Red