Platone con Dada
L’immancabile spettacolo multimediale di 900presente è tornato all’Auditorio Stelio Molo con “Third Hand Socrates”, un lavoro su testi di Platone e musiche di John Cage ed Erik Satie. In scena sono andati 12 attori dell’Accademia Teatro Dimitri, regista Gianpaolo Gotti, e 24 strumentisti dell’Ensemble 900, direttore Arturo Tamayo. Le immagini (e oso pensare tutto l’arredo scenico) erano attribuiti dal programma di sala ad Andreas Gysin & Alumni Bachelor of Arts in Comunicazione visiva. All’origine dell’opera presentata domenica e chiamata con ironia “di terza mano” c’è un “Socrate” per voce e pianoforte di Satie, pubblicato nel 1919 e in seguito rielaborato e contaminato più volte da musicisti e coreografi. Domenica era evidente filo conduttore dello spettacolo la citazione, anzi la recitazione dell’Apologia, che fra i 35 Dialoghi di Platone è forse il più utile a tracciare una biografia di Socrate. Le trascrizioni nelle lingue moderne dei Dialoghi abbondano di parole superflue (si legga pure di sciocchezze) e va riconosciuto allo spettacolo d’aver saputo dar risalto ad alcune peculiarità del pensiero del padre della filosofia occidentale. La serenità, la curiosità quasi, di fronte alla morte, senza la quale la vita sarebbe comunque cosa ben tragica; il sapere che è sapere di non sapere; la correttezza nel giudicare che non è che la costante aspirazione ad essa… Il pubblico, insolitamente numeroso e acritico, è stato accolto in sala dagli attori con una spontaneità volutamente caotica, chiamato poi a leggere ad alta voce testi stampati sul programma di sala, a votare la colpevolezza o l’innocenza di Socrate con una raccolta delle schede simile a quella dell’obolo durante le messe cattoliche, quel ch’è peggio, chiamato ad applaudire o fischiare su comando, come nei peggiori casi di televidiozia. Non ho capito quanto di parodistico ci fosse in queste scelte, nutro comunque qualche perplessità per un’immersione di Platone in un bagno di dadaismo vecchio d’un secolo. È un giudizio critico che nulla toglie alla qualità delle tre scuole che si sono esibite in un saggio, alquanto simile alle vecchie accademie di fine anno scolastico. Sempre affascinante la danza acrobatica dell’Accademia Dimitri, anche se questo spettacolo ha valorizzato soprattutto i momenti statici, come alcuni monumentali e sensuali intrecci di corpi umani. Confermata la qualità dell’Ensemble 900, con la bellezza dei colori timbrici e la precisione nell’accompagnare la scena. Appropriata la sobria scenografia, interessanti le proiezioni luminose, le immagini del Bachelor of Arts in Comunicazione visiva, anche se è difficile dire quanto esse fossero pertinenti con lo spettacolo. Ottima l’occupazione a tutto campo della sala. Un elogio quindi a tutti i registi dello spettacolo e un pensiero venato di nostalgia per l’Auditorio Stelio Molo.