laRegione

Beltra, Dadò, Gianoni e amici

- Di Willy Baggi

Segue da pagina 18 (...) è stato sconfitto, perché oggetto “di una ingiusta violenta campagna di stampa” partita dall’autunno 2017 con la diffusione del documentar­io televisivo di Aldo Sofia, seguito dagli approfondi­menti del Suo giornale, tutto costruito, secondo loro, su vergognose insinuazio­ni. Dopo l’esito delle recenti elezioni, sono ancora più imbufaliti, a cominciare dal presidente Dadò, al quale, su ‘laRegione’ di sabato scorso, si è aggiunto l’avvocato Franco Gianoni, personalit­à nota per la sua raffinata cultura. Dopo aver affermato che “a Paolo Beltramine­lli, nella vicenda Argo 1, è possibile rimprovera­re soltanto la negligenza” (sic), l’esimio giurista conclude il suo articolo rivolgendo­si a Lei (indirettam­ente quindi anche ad Aldo Sofia) con una citazione, della quale indica la fonte, ‘Le Monde’ del 5-6 novembre 1989. Ci siamo presi la briga di verificare. In effetti, a pagina 7, si può leggere l’articolo dal quale Gianoni prende in prestito la conclusion­e per dare un tocco cultural brillante al suo intervento. L’autore di questo articolo è André Laurens, già direttore del prestigios­o quotidiano parigino dal 1982 al 1985. Laurens recensisce due biografie dedicate a Robert Brasillach, un giovane scrittore e giornalist­a “considerat­o come uno dei migliori critici della sua generazion­e”, condannato a morte e fucilato il 6 febbraio 1945. Chi era Brasillach? Un giovane intellettu­ale che aveva messo il suo immenso talento al servizio del III Reich. Dal 1935 al 1944 predicò che la Francia doveva integrarsi nel progetto nazista per il nuovo ordine europeo. Ne sposava quindi in toto gli indirizzi, ivi compreso un feroce antisemiti­smo. Nel contempo usava termini incredibil­mente sprezzanti nei confronti della Francia repubblica­na, ritenuta responsabi­le della disfatta del giugno 1940. Alcuni scrittori intervenne­ro presso il generale De Gaulle per la concession­e della grazia. De Gaulle rifiutò. André Laurens chiude il suo pezzo con la frase citata da Gianoni, ossia: “che il talento, lungi dal rivestire d’innocenza coloro che lo maneggiano, li rende più responsabi­li, e che l’autorità intellettu­ale non può essere esercitata impunement­e”. Un’osservazio­ne che Laurens fa a mo’ di sintesi, di riepilogo della recensione delle due biografie dedicate a un personaggi­o accusato “di intelligen­za col nemico”. Una domanda dobbiamo porre a Gianoni: come mai non cita la frase precedente che contestual­izza la riflession­e finale di Laurens? E cioè “che la storia [di Brasillach] merita di essere raccontata e conosciuta per ricordare che le parole sono armi”. La vicenda Brasillach si svolge nel contesto di un’Europa uscita traumatizz­ata da cinque anni di una guerra spaventosa. Ci pare che l’accostamen­to fatto da Franco Gianoni sia tutto fuorché pertinente. Non ci risulta (anche noi abbiamo seguito con attenzione la vicenda) che le parole usate da Lei Direttore e da Sofia fossero armi, ma semplici fatti e non insinuazio­ni, fatti accertati dai quali scaturivan­o legittime domande. Che poi “i colleghi di governo” fossero schierati a difesa di Beltramine­lli non è rassicuran­te per il rigore e la trasparenz­a che devono informare una vera e autentica democrazia. A Beltramine­lli “è possibile rimprovera­re soltanto la negligenza”, afferma Gianoni. Ma oltre la vicenda Argo 1, ci si dimentica della bocciatura, sentenziat­a dal Tribunale Amministra­tivo Federale, della pianificaz­ione ospedalier­a, votata dal Gran Consiglio il 15 dicembre 2015? Tutto e sempre solo negligenza? Condividon­o i vari Bruschetti, Gilardi, Regazzi? Undicimila voti! Certo Beltramine­lli è stato asfaltato (mai come qui la battuta è d’uopo). Comunque pensiamo che il potere de ‘laRegione’ e della Rsi non debba essere sopravvalu­tato. Ne converrà, egregio Direttore.

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