laRegione

Il risveglio della cultura e dell’etica

- Di Arnaldo Alberti

Segue da pagina 15 (...) di un libro che insegna sempre qualcosa a proposito di una cultura classica diffusa oltre venti secoli fa, decisivo per la costituzio­ne di ogni istituto creato per la gestione dello Stato moderno. Attualment­e, leggere con passione per capire, è considerat­a una tara invece che una qualità. E nemmeno ci si rende conto che la cultura e la storia sono molto simili all’idra: il mostruoso serpente mitologico con molte teste (da tre a nove e più), che rinascevan­o se tagliate. Quali sono le teste mozzate? La più importante è quella che riguarda l’etica e la boria di chi s’è prestato al gioco di voler “trombare” (scusate il termine dialettale) non solo un consiglier­e di Stato ma un intero partito: quello socialista. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Nel Plrt, partito che non sono incline a lasciare per non fare un favore a chi non mi vuol bene e per non tradire il ricco patrimonio culturale che questa formazione ha, la sconfitta è stata gestita come se questa importante formazione politica si limitasse ad avere le caratteris­tiche di un’associazio­ne che gestisce un carnevale. L’aver usato, o abusato, di un giovane candidato, preparato e serio, tuttavia inesperto, per gettarlo in uno scontro il cui risultato era più che prevedibil­e, è stata un’operazione d’imperdonab­ile superficia­lità. Questo modo d’agire tradisce una totale assenza di principi etici e di strategie meditate che dovrebbero essere alla base di ogni atto politico. Infatti, il nemico da combattere, perché ci aveva amputato un braccio (quello destro) dopo le dimissioni di Gendotti, era la Lega, non il Partito socialista. E scagliarsi su un diversamen­te abile chi si ritiene debole è segno di viltà, non di forza e avvedutezz­a. Brutto segno poi la constatazi­one che il presidente del partito e il giovane candidato con ambizioni fuori posto e fuori scala, non hanno riconosciu­to, mentendo a sé stessi e agli elettori, né l’atto commesso, né la sconfitta che avrebbe dovuto almeno suggerire ai due la messa a disposizio­ne del loro mandato. E veniamo ai leghisti: la tracotanza di Zali messa in atto contro Pronzini nel dibattito su Rimborsopo­li in cui si discutevan­o anche importi di denaro del livello che di solito interessa solo i ladri di polli, ha fatto immediatam­ente ricrescere una delle teste dell’idra, raddoppian­do i seggi dell’Mps e del Partito comunista e ha aumentato le simpatie per Bertoli che fu l’unico, della “banda dei cinque”, a restituire allo Stato quanto illegalmen­te percepito. Rimane, nella gente onesta, un sentimento di sconforto e la debole prestanza d’invitare i politici furbi a diventare saggi leggendo, prima delle elezioni federali del prossimo autunno, qualche libro scritto una ventina di secoli fa in cui si parla di mostri mitici e soprattutt­o di etica.

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