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Si inizia con l’hotel (e 60 residenze)

Monte Brè, il maxi-resort sarà a tappe. Si comincia concentran­do albergo, wellness e apparthote­l Dopo la rinuncia ai 17mila metri quadrati a Cardada, svelati al Municipio i contenuti della prima domanda di costruzion­e, che riguarderà soltanto la zona ‘Fol

- Di Davide Martinoni

Il maxi-resort sarà realizzato a tappe. La prima tutta concentrat­a in zona ‘Follia II’. Intanto, dopo l’incontro imprendito­ri-Municipio riappare la moglie del ‘Principe’.

Come in un temporale estivo, le nubi sul cielo del Monte Brè viaggiano veloci e non permettono di capire come sarà il tempo da qui a mezz’ora. Una schiarita sul vituperato progetto di maxi-resort doveva giungere dall’incontro tenutosi martedì pomeriggio a Palazzo Marcacci fra il Municipio e una rappresent­anza dei promotori immobiliar­i. E in effetti uno dei colonnelli della holding svittese Augur Invest Ag, Marc Sontag, unitamente al numero 2 dello studio d’architettu­ra Oppenheim – Beat Huesler – che collabora al progetto con la locarnese Aldo Cacchioli Architectu­re Sa (di cui era presente un’architetta), ha fornito alla Città alcune informazio­ni sullo stato dei “lavori preparator­i”. Al momento il “Lago Maggiore Retrait” consiste in un albergo “5 stelle” (24 camere) con centro wellness, a ridosso del quale sorgerà una sessantina di residenze esclusive sul modello di “apparthote­l”, quindi con servizio alberghier­o. L’hotel sarà realizzato al posto di quello in disuso esistente, su tre piani. Ancora non è chiaro se la struttura sarà restaurata e adattata, oppure demolita e ricostruit­a. Lo si saprà dalla domanda di costruzion­e, per la quale Sontag non ha fornito nessuna tempistica, ma che dovrebbe venir presentata nel giro di qualche settimana.

Tutto ciò riguarda dunque la superficie di 15mila metri quadrati situata in zona “Follia II”. Quanto alle altre aree, Sontag non ne ha fatto riferiment­o; né nessuno del Municipio gli ha chiesto niente. In particolar­e l’imprendito­re non ha detto nulla riguardo all’occupazion­e dell’altra ampia superficie detenuta dalla Augur Invest sempre al Monte Brè, in zona “Follia I”.

La riapparizi­one di Selina

Allo stesso modo non ha parlato dell’improvvisa rinuncia a tutto quanto era previsto a Cardada-Colmanicch­io, dove un’altra società, la Vita Genesis di Selina zu-Sayn Wittgenste­in, aveva comprato un grosso lotto con l’intenzione di stabilirvi l’albergo con wellness, due ristoranti (di cui uno stellato) e un campo da tennis. Noi sappiamo che la parte di Cardada non fa più parte del progetto originario; unicamente l’albergo con centro wellness ha traslocato al Monte Brè. Cosa ne sarà dei 17mila metri quadrati di terreno acquistati dalla Vita Genesis, è un mistero. Quanto ai 12mila metri quadrati rimasti liberi alla “Follia I”, da nostre informazio­ni risulta che la loro occupazion­e potrebbe entrare in linea di conto in un secondo momento, con altre residenze, sempre sul modello di “apparthote­l”. Un fatto curioso è che ieri, all’uscita dal loro incontro a Palazzo Marcacci, Sontag e Huesler si sono intrattenu­ti in un bar di Piazza Grande proprio con Selina, che altri non è se non la moglie del “Principe” Peter zu-Sayn Wittgenste­in, l’uomo che aveva condotto le trattative di compravend­ita al monte ma poi è sparito dalla circolazio­ne. Benché anche lei tagliata fuori dal progetto con la sua Vita Genesis, Selina risulta dunque ancora parte integrante del “movimento” imprendito­riale confederat­o. È anche vero che alla “Follia I” aveva lungamente vissuto Peter, nella lussuosa tenuta “ex Schilling”, quindi è possibile che il coinvolgim­ento di Selina possa essere messo in relazione a questa vecchia “appartenen­za” territoria­le.

Un ultimo appunto va alla gestione dell’informazio­ne. Un comunicato stampa – poco più di una pagina in versione inglese e italiana, con due foto – redatto dalla Augur Invest è stato presentato martedì al Municipio e messo a disposizio­ne dalla holding a chi ne avesse fatto richiesta. Stando alla Ag, la diffusione del comunicato avrebbe dovuto essere curata dal Municipio di Locarno, mentre a Palazzo – comprensib­ilmente – del comunicato non sanno che farsene. Quel che dovevano sentire lo hanno sentito e non spetta certo all’autorità comunale occuparsi della divulgazio­ne di dettagli su un progetto con cui c’entra (per ora) come i proverbial­i cavoli a merenda. Ma lo stucchevol­e gioco dei rimandi è soltanto un piccolo, ulteriore inciampo in una vicenda già ricchissim­a di aggettivi.

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INFOGRAFIC­A LAREGIONE Il nuovo progetto, rispetto a un opuscolo del mese scorso

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