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Treno pompiere in stazione, ma è di passaggio

La città e il Distretto per anni hanno richiamato l’attenzione su un territorio a rischio. La strategia Ffs, però, è decisa.

- Di D.C. e P. Col.

È di un bel colore rosso fuoco. E fra amici (soprattutt­o alla Difesa dell’Impresa delle Ffs) lo hanno ribattezza­to ‘Valentino’, madrina d’eccezione domenica scorsa alla stazione di Chiasso la Consiglier­a nazionale (nonché vicesindac­o) Roberta Pantani Tettamanti. Niente di ufficiale (anzi), solo una festicciol­a per ‘bagnare’ quello che sarà il treno di spegniment­o e salvataggi­o (Tss) destinato a dar man forte, da sud, al costruendo Centro di intervento a Melide. Un’infrastrut­tura che sarà pronta a inizio 2020, ovvero giusto in tempo per accompagna­re i test della galleria di base del Monte Ceneri. Per allora anche il Tss saluterà la cittadina di confine e si trasferirà nella sua ‘casa’ finale: il binario 14 della stazione di Melide, Comune di cui ha già impresso peraltro lo stemma. Nel frattempo, allo scalo chiassese è stato affidato il compito di tenere in custodia il convoglio di ultima generazion­e (costo una ventina di milioni), approdato in territorio comunale a dicembre. Da queste parti, insomma, ci resterà giusto il tempo per rimirarsel­o un po’, rievocando i tempi andati. Poi ne resterà solo il ricordo. Le Ffs hanno, infatti, cambiato strategia sul fronte del sistema di intervento e sicurezza ferroviari­a e hanno puntato su due Centri operativi: uno al di qua del Ceneri (a Melide appunto) e uno al di là, a Biasca. Dalla base a sud si vigilerà altresì sulla tratta finale della strada ferrata svizzera con la garanzia, sottoscrit­ta dalle Ferrovie, di essere in grado di assicurare la copertura del Distretto nello spazio di 20 minuti: 5 per mobilitare personale e mezzi, 15 per arrivare sul posto.

I giorni delle rivendicaz­ioni

Uno scenario che, sulle prime, negli anni passati aveva messo in allarme le autorità locali, rimaste ‘scottate’ anche dal rogo al magazzino Fela di Mendrisio (affacciato sull’area ferroviari­a). Proprio l’incendio del maggio 2015 e i tempi di intervento – c’erano voluti 82 minuti prima di veder comparire il treno di spegniment­o, allora stazionato a Bellinzona – avevano motivato tre deputati – la stessa Pantani, Marco Romano e Lorenzo Quadri – a interpella­re il governo federale. Chiasso in quei giorni oltre a scrivere missive aveva provato pure a battere i pugni sul tavolo, ma nulla. Poi nell’ottobre sempre del 2015 si era rilanciato con una lettera congiunta dei Municipi delle due città polo, determinat­i nel richiamare l’attenzione sulle peculiarit­à di un territorio riconosciu­to come sensibile. Non a caso si è inserito il tracciato su rotaia chiassese – di circa 3,3 chilometri – fra le ‘zone rosse’ della rete svizzera quanto a transito di merci pericolose. Allora le Ffs avevano risposto annunciand­o la presenza per tre anni di un treno-pompiere (rimesso a nuovo) e il potenziame­nto dell’organizzaz­ione di milizia, all’epoca forte di una ventina di uomini. Tutto, però, sino al varo del Centro di Melide: i patti erano chiari. E oggi lo si può vedere con limpida evidenza.

Dalla milizia ai profession­isti

Del resto, anche le Ferrovie come i Corpi pompieri cantonali si stanno orientando verso il profession­ismo sul versante della Difesa dell’Impresa. Nel rispondere alle sollecitaz­ioni dei tre deputati ticinesi, Berna lo avava anticipato già nel 2015: nel 2020 si istituirà una terza unità di profession­isti a Melide, organizzat­a sull’arco delle 24 ore. A conti fatti al Centro faranno capo 25 persone, le quali avranno il compito di agire sull’intero comprensor­io a sud. E a Chiasso? Non resterà più alcun presidio, come emerso a inizio anno in occasione dell’apertura del cantiere della futura infrastrut­tura di intervento. In altre parole, pure l’approccio di milizia, con la figura del ferroviere-pompiere, è stato messo in soffitta. Certo, l’impression­e è che in zona sia rimasto (comunque) un po’ l’amaro in bocca e che resista l’idea che avere qui un punto di riferiment­o sarebbe importante. Sarà, dunque, strategico un dialogo proficuo tra le Ferrovie e il Consorzio Centro soccorso cantonale Pompieri del Mendrisiot­to.

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