‘Un grido d’allarme per non cancellare posti qualificati e ben retribuiti’
Pensando sempre all’entità mista, c’è da chiedersi chi coprirebbe gli eventuali disavanzi. Il Cantone e i Comuni, privi di esperienza in materia industriale-ferroviaria? Le Ffs, affatto desiderose di imbarcarsi in un’esperienza che non sia quella da loro prevista a Castione? Crede che i ticinesi sarebbero disposti a sobbarcarsi una parte di disavanzi e di investimenti per concretizzare l’iniziativa qualora venisse accolta? Non è nostro compito fare questo tipo di valutazioni. Ci sentiamo invece in obbligo, nel 2008 e ancora oggi, di lanciare un grido d’allarme affinché non venga cancellato un gran numero di posti di lavoro qualificati e ben retribuiti. Che non sono i nostri posti di lavoro, ma quelli delle future generazioni. Perché la manutenzione nel settore merci è un mercato più che mai florido e in espansione. Mentre qui nemmeno si è provato a pensare un miglioramento, con macchinari nuovi, di ciò che facciamo già bene. La decisione è stata calata dall’alto, cancellando con un colpo di spugna gli accordi siglati nel 2013 dalle parti coinvolte. Non erano decisioni giuridicamente vincolanti, d’accordo, ma non lo è nemmeno la Dichiarazione d’intenti, se non per la presenza di una penale. Vedremo!
Che dire della frattura creatasi fra i dipendenti? Dall’autunno (consultazione interna sulla messa in votazione dell’iniziativa) a marzo 2019 (lettera interna di sostegno a Castione e di critica a Giù le mani) la frattura sembra essersi accentuata.
Si è creata ad arte disinformazione interna. Da mesi diversi collaboratori ci accusano di essere contro l’opzione Castione. Noi continuiamo a ribadire che non siamo né contro Castione né contro altri siti in cui potrebbe venire realizzata la nuova officina. A noi sta a cuore il suo contenuto. Lo vogliamo il più completo possibile.
Cosa la amareggia maggiormente?
Che si corre il rischio di perdere quanto costruito con fatica in dieci anni di impegno profuso nel dimostrare il nostro valore, il grande potenziale, la reattività e rapidità nel saper sviluppare progetti di manutenzione. A differenza di altri stabilimenti Ffs, abbiamo dovuto ‘sgomitare’ fra clienti terzi. E ci siamo fatti apprezzare. Qualora perdessimo questa capacità di manutenzione industriale, non la si potrà più recuperare. La direttrice Ffs regione sud Roberta Cattaneo nell’intervista apparsa sulla ‘Regione’ l’11 aprile ha ribadito che non ci saranno licenziamenti a fronte di una novantina di pensionandi da qui al 2026. Che ne pensa? Quando negli ultimi anni si sono palesati i primi possibilisti a spostare l’Officina da Bellinzona, ricordo che tutti i politici si sono premurati di difendere i 400 posti di lavoro. Ma ora, per loro, questo non è più un tema. Qualora il 19 maggio non passasse l’iniziativa, quando nel 2026 si tireranno le somme si saprà effettivamente se non ci saranno stati licenziamenti. Di sicuro gli oltre cinquanta operai interinali impiegati nello stabilimento avranno perso il posto di lavoro perché il loro contratto sarà nel frattempo scaduto. Ma va da sé che per la direttrice questi non sono collaboratori lasciati a casa.